Cerca
Logo
Cerca
+

Francesco Giorgi, Dago-bomba a luci rosse: "Come lo chiamano a Bruxelles"

  • a
  • a
  • a

"Soffre maledettamente le situazioni di stress". Questo dice di Francesco Giorgi chi lo conosce bene ad Abbiategrasso, la cittadina alle porte di Milano dove l'assistente dell'europarlamentare Pd Cozzolino nonché compagno della ormai ex vicepresidente dell'Europarlamento, la greca Eva Kaili, è nato, cresciuto e vissuto fino a pochi anni fa, prima di trasferirsi definitivamente a Bruxelles per iniziare a lavorare con l'eurodeputato Pd Antonio Panzeri. E' lui, finito in arresto, uno degli elementi chiave del Qatargate. Ed effettivamente, messo sotto pressione dai magistrati belgi, è crollato a tempo di record svelando come funzionava la rete di corruzione tra Qatar, Marocco ed Europarlamento. Avrebbe fatto anche nomi pesanti, e si sarebbe definito l'uomo che teneva "la contabilità" dei fondi in nero fatti arrivare al cuore dell'Unione europea. 

 

 


Il ritrattone che Andrea Galli gli dedica sul Corriere della Sera ne fotografa ambizioni, vizietti e debolezze. A partire da "certi indicibili soprannomi correlati ad attitudini se non ossessioni da gran corteggiatore instancabile". E' però Dagospia a chiudere il cerchio, scrivendo quel soprannome nero su bianco: a Bruxelles sarebbe noto come "scop***re inflessibile". D'altronde, con Eva Kaili forma la coppia più bella e chiacchierata del jet set dell'euroburocrazia, anche se qualcosa dopo lo scandalo potrebbe essersi incrinato se è vero che l'avvocato della socialista greca avrebbe consigliato ai magistrati di "chiedere a lui", a Giorgi, informazioni riguardo ai 750mila euro trovati in contanti nella casa della Kaili. Il più classico e velenoso degli scaricabarile, insomma.

 

 

 

Per il resto, Giorgi appare come un ragazzo di provincia dalla smisurata ambizione. Affascinante, atletico, al "surfista dell'Idroscalo" i conoscenti di Abbiategrasso, scrive Galli, contestano con un pizzico di invidia "l'incredibile abilità a vendere pure doti che non ha". Spunta poi un "influente familiare, ugualmente nato nell'ospedale di Rho, che ne avrebbe indirizzato la carriera presentandolo a quelli giusti". I genitori sono preside, il padre, e insegnante, la madre. Hanno una villetta proprio davanti alla sua ad Abbiategrasso. E lo hanno cresciuto "educato e cortese" tra l'oratorio e il volontariato sulle ambulanze. Quasi un'altra persona, se paragonata alle accuse che gli hanno rivolto i magistrati belgi. In tutto questo le dicerie su donne e avventure da euro-Casanova suonano veramente come semplice gossip all'acqua di rose.

 

 

Dai blog