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Qatargate, Massimo Cacciari: "Indagate sui ministeri"

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Il Qatargate è solo l'ennesimo scandalo. Massimo Cacciari si dice tutt'altro che stupito per quanto accaduto dentro al Parlamento europeo, con diverse cariche - alcune tra le più alte - arrestate per corruzione. "Tutti sanno che dietro i mega business, come l'assegnazione di Mondiali o Olimpiadi, ci sono dietro speculazioni e mascalzoni", tuona l'ex sindaco di Venezia indignato, ma non sorpreso. Per lui infatti "il sistema è corrotto ed è come l'auto. Se si guasta e non si trova un buon meccanico, non cammina più. Semplice". D'altronde - prosegue su Affaritaliani.it - se lo Stato funzionasse bene non ci sarebbero mafia, camorra e 'ndrangheta". 

 

 

La soluzione? "Le riforme". Tra le più urgenti quelle sulle "procedure per l'assegnazione e lo svolgimento dei lavori pubblici, sugli appalti, sulla sburocratizzazione. Servono leggi chiare e soprattutto che non sovrappongano le competenze. Già questo ridurrebbe l'acqua per i pesci della corruzione, sia in Italia sia in Europa". Eppure tutti i governi, chi più chi meno, promettono da sempre riforme. Promesse, appunto, visto che alla fine sono sempre un buco nell'acqua. "Siamo in un periodo di passaggio e critico della nostra storia e del mondo in generale - spiega il filosofo -. Molto difficile trovare ceti politici all'altezza. Il timore, come insegna la storia, è che si possa uscire da questa situazione con qualche forma di autoritarismo e non per vie democratiche". Nessun totalitarismo vecchio stile '900 - tiene a precisare -, "ma il pericolo è che questo caos porti a forme di totalitarismo democratico. Basta vedere come tutto il discorso federalistico in senso stretto in voga negli Anni '80 e '90 sia ormai stato spazzato via".

 

 

Nella lente di ingrandimento l'Italia. Anche se Macron e Scholz "non sono aquile, in Francia e in Germania ci sono sistemi della pubblica amministrazione e politico-burocratici più consolidati del nostro". Da qui l'appello: "Fate qualche bella indagine sulle strutture ministeriali formate da centinaia di signori. Noi conosciamo solo l'1 per cento di chi sta nei ministeri o nella Banca d'Italia o ad esempio alla Corte dei Conti. Andate a vedere come si rinnova quel 99 per cento di persone, funzionari che nessuno conosce. Sono sempre quelli, sempre gli stessi. E sono proprio quei vertici burocratici che, ad esempio nei ministeri, preparano dossier e documenti, non certo l'ultimo sottosegretario appena arrivato che, forse, sa dov'è la stazione Termini. Non scherziamo, dai". 

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