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Panzeri, Lerner smaschera i "compagni": "In fiduciosa attesa"

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Tutti a parlare del caso Panzeri tranne Articolo Uno e la sinistra in generale. Proprio così l'ex eurodeputato Pd - poi Articolo Uno - Antonio Panzeri è stato arrestato con l'accusa di corruzione dal Qatar. Peccato però che dal partito di appartenenza tutto taccia. "Oggi ho scritto questo articolo in fiduciosa attesa che i compagni di partito di Antonio Panzeri, dopo averlo sospeso, esprimano valutazioni più articolate sullo scandalo dell'Europarlamento", esordisce lo stesso Gad Lerner rilanciando un suo scritto sul Fatto Quotidiano.

 

 

"Inutile negarlo - tuona alquanto indignato -. Il mezzo milione di euro in contanti trovati a casa di Antonio Panzeri e le vacanze da nababbo offerte a lui e alla sua famiglia da monarchie sul cui rispetto dei diritti umani egli era chiamato a vigilare, hanno lasciato sbigottita la sinistra milanese". D'altronde per i democratici Panzeri rimaneva soprattutto "l'ex segretario della Camera del Lavoro e il comunista dalemiano tutto di un pezzo, uscito dal Pd insieme alla corrente che Pier Luigi Bersani usava chiamare affettuosamente 'la ditta'".

 

 

Eppure, oltre alla vergognosa accusa di cui si è macchiato Panzeri, non passa inosservato un altro sfregio. "Certo - prosegue Lerner - non aiuta il silenzio dei dirigenti di Articolo 1 che, dopo aver sospeso Panzeri (ci mancherebbe), non hanno proferito verbo. Forse perché fa loro male riconoscere che la corruzione spesso è il passo successivo della spregiudicatezza, così come l'affarismo della intermediazione negli scambi commerciali è un corollario della realpolitik". 

 

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