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Scanzi, vergogna dopo le minacce alla Meloni: "Piagnisteo come propaganda"

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"Piena solidarietà a Giorgia Meloni": Andrea Scanzi, in collegamento con Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, ha commentato così le minacce di morte contro il premier e sua figlia. "C'è questa idea secondo cui nel web si può scrivere qualsiasi cosa e non è vero - ha proseguito la firma del Fatto Quotidiano -. Io, che ho delle pagine social abbastanza forti, da due anni e mezzo faccio tra le 15 e le 20 querele al mese, perché mi arrivano insulti, offese, minacce da meloniani, salviniani, renziani, ultras grillini, no vax".

 

 

 

"Spero che questa vicenda gravissima faccia aprire un po' gli occhi a coloro che devono legiferare per gestire questa cosa clamorosa che a volte diventa una cloaca chiamata web", questo l'auspicio del giornalista. Che poi è andato avanti col suo ragionamento: "Accusare Conte secondo me significa tre cose: prima cosa, criminalizzare tutti coloro che attaccano la Meloni, ovvero utilizzare il piagnisteo come propaganda politica, una vecchia strategia che usava anche Berlusconi. Prendere un pazzo per far credere che la stragrande maggioranza dell'opposizione è come quel pazzo che ha minacciato di morte la Meloni e la figlia è altamente scorretto".

 

 

 

Scanzi, poi, è passato al secondo punto: "Conte fa opposizione e l'opposizione si fa così, a volte utilizza toni forti perché ritiene, a torto o a ragione, che la manovra attuale sia contro i poveri". E infine: "Il terzo elemento è che la predica viene dal pulpito di questa destra: io ho sentito nominare Donzelli, ma voi andate a sentire e a leggere quello che dice e scrive Donzelli da mesi contro quei giornalisti o contro quei partiti sgraditi... cioè la destra si può permettere di dire 'attenzione perché Conte odia troppo'?".

 

 

 

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