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Soumahoro, sparata della Boldrini: "Le borse? Magari erano finte"

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La sinistra non si smentisce mai. E dopo Pier Luigi Bersani pizzicato da Louis Vuitton, ecco che a commentare "il diritto alla moda" ci pensa Laura Boldrini. L'ex presidente della Camera, intervenuta ai microfoni di Un Giorno Da Pecora, si sofferma sull'esibizionismo del lusso di una sua vecchia conoscenza: Liliane Murekatete. La donna, compagna di Aboubakar Soumahoro, oggi al centro della cronaca per le cooperative indagate, sui social mostra borse e vestiti griffati. Proprio su questo viene interpellata la deputata del Partito democratico che, premettendo di non aver apprezzato le immagini, la spara grossa: "Il diritto all’eleganza? Un’espressione infelice che non si capisce cosa voglia dire - esordisce in riferimento alla giustificazione data dall'ex esponente di Verdi-Sinistra italiana su La7 -. Anche se non sappiamo se quegli oggetti lì siano davvero di lusso, magari erano finti".

 

 

Insomma, per la Boldrini gli oggetti ostentati dalla Murekatete potrebbero essere falsi e dunque lei essere "innocente". Ma non finisce qui, perché la Boldrini ammette: "Una borsa da duemila euro io non l’ho mai comprata, non si possono spendere quelle cifre per una borsa, un marchio non può costare così tanto, bastano 200 euro per una borsa. Si possono prendere delle belle scarpe anche a 100 euro. Per principio cerco di evitare le cose di marche ma se proprio devo farlo la prendo in saldo". "Se proprio devo farlo", dice come se qualcuno la costringesse e dimenticando che 200 per qualcuno non sono neppure i soldi della pensione. 

 

 

Alla faccia della sinistra, dunque. Ma l'ossessione della Boldrini è un'altra e ha un nome e un cognome: Giorgia Meloni. La dem ancora non si capacita di come il presidente del Consiglio preferisca la declinazione al maschile: "È una cosa che non si spiega. Se il femminile vuole farsi chiamare al maschile c’è un problema, si pensa che il maschile sia più autorevole, non può piacerti una cosa che non rispetta la tua identità. Questa cosa mi mette tristezza". La dicitura della Meloni sì, ma il lusso dei paladini dei migranti no. 

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