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Vladimir Luxuria, addio Sanremo: "Costretta a non venire", si muove il vescovo

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"Con amarezza e con tristezza mi sento obbligata a dover declinare l'invito del direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana a Sanremo dopo la presa di distanza dal Festival da parte del vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo": Vladimir Luxuria prende la parola su una polemica che la tocca da vicino. Polemica scoppiata subito dopo l'invito. Nulla da fare, insomma, per la partecipazione dell'ex parlamentare ed attivista Lgbtq+ all'evento di musica cristiana, in programma a Sanremo il 9, il 10 e l'11 febbraio 2023, in concomitanza con il festival di Sanremo di Amadeus.

 

 

 

La Luxuria aveva parlato del suo riavvicinamento alla fede durante Bella Mà, il programma condotto da Pierluigi Diaco su Rai 2, dicendo di aver deciso di tornare "a essere cattolica, perché Dio accoglie tutti". La sua dichiarazione di fede aveva colpito il direttore artistico della manifestazione, Fabrizio Venturi, che quindi l'aveva invitata: "Ci auguriamo che possa esibirsi sul nostro palco, magari con una canzone i cui contenuti sono cristiani. Perché il nostro Festival canta l'amore, la fede in Dio, la pace, l'unità e veicola un messaggio di amore universale, che accoglie le diversità in quanto colme di ricchezza non solo culturale, ma anche e soprattutto spirituale, nonché necessarie allo sviluppo sociale e morale dell’essere umano".

 

 

 

Peccato che poi però la Diocesi di Ventimiglia-Sanremo abbia deciso di prendere le distanze dall'evento. In una nota ufficiale non si parla direttamente dell'ex parlamentare, ma il Vescovo precisa comunque che il festival non avrà il suo patrocinio: "La Diocesi non ha oggi concesso e non può concedere il patrocinio diretto o indiretto o qualsivoglia forma di appoggio ad altre iniziative di musica cristiana o christian music diverse da Jubilmusic, che venissero organizzate a Sanremo nel 2023 o negli anni a venire". Sentendosi chiamata in causa, la Luxuria ha fatto un passo indietro: "Questa porta chiusa in faccia non è nel segno della chiesa inclusiva, auspicata da Papa Francesco".

 

 

 

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