Lady Soumahoro, lo sfogo: "Chi mi deve dei soldi"
"Lady Gucci" Soumahoro, la consorte del deputato con gli stivali, vuole querelare tutti e sostituire il diritto di cronaca con quello all'eleganza rivendicato per lei dal marito. Idea geniale: ci arriveremo tra poco. Intanto adieu Karibu e adieu Consorzio Aid. La musica è finita e gli amici se ne vanno. Oddio: di amici ne erano rimasti pochi, a differenza dei creditori. Ora spariscono anche le due attività legate alla famiglia Soumahoro, dato che ieri gli ispettori del ministero delle Imprese hanno proposto per il Consorzio Aid lo scioglimento, e per la Karibu la liquidazione coatta: entrambe, sulla carta, erano impegnate nell'accoglienza dei migranti in provincia di Latina, amministrate da Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato eletto con Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro, e mamma di Liliane Murekatete, la moglie di Abou.
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LIQUIDAZIONE
È stato il ministro Adolfo Urso ad annunciare l'esito delle ispezioni: «Sono stati effettuati i controlli nella sede del Consorzio Aid. È stata anche accertata la natura di cooperativa e non di consorzio, in quanto l'Aid non risulta espletare attività di coordinamento di coop collegate». Quanto alla Karibu, ha continuato Urso, «l'istruttoria è culminata con la proposta della messa in liquidazione coatta per eccessivo indebitamento». Il sindacato Uiltucs ha chiesto al prefetto di Latina che intanto siano gli enti che hanno attivato progetti a favore delle due "coop" a saldare gli stipendi arretrati. Veniamo a Liliane Murekatete, l'elegantissima Mukeratate che s' è sfogata con l'Adnkronos perché dopo che Libero ha svelato la sua passione per gli abiti di marca e gli ambienti di lusso è stata soprannominata da tutti Lady Gucci, e a lei non piace: «La costruzione del racconto mediatico volto a rappresentarmi come una cinica griffata e ad affibbiarmi icastici titoli derisori, una che pubblica selfie, peraltro dello stesso tenore di quelli di centinaia di migliaia di giovani donne occidentali, mentre i lavoratori della cooperativa non ricevono gli stipendi è artatamente falsata», ha protestato.
Esiste anche il diritto ai selfie, giusto, e però anche quello a essere pagati, e non per i selfie di protesta nelle campagne del Foggiano (accusa mossa dagli ex soci a Soumahoro il quale avrebbe organizzato le manifestazioni a suon di 50 euro, dicono). La Murekatete ha continuato: «La gran parte delle foto (coi vestiti griffati, ndr) risalgono al 2014/2015, quando non avevo alcun incarico nella cooperativa Karibu (di cui fino a poco fa è stata nel cda, ndr) e quando non avevo ancora conosciuto il mio compagno». E quindi? Lady Gucci ha attaccato i cronisti che stanno raccontando il caso, lamenta un atteggiamo persecutorio, minaccia: «Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata a un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione d'innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno». Insomma: le vittime sono loro.
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Poi la Murekatete ha evocato la «peggior tradizione dell'autodafé», inquisizione spagnola. Ma è sui mancati pagamenti ai dipendenti della coop (la madre ha cominciato ad ammetterli) che Lady Gucci s' è superata: «Si sorvola sul fatto che anch' io sono in attesa degli arretrati». La madre che non paga neanche la figlia: strepitoso. Aspettate, in realtà è qui che la figlia si supera: «Il sottotesto della narrazione esclude a priori l'ipotesi che possa esistere una donna africana benestante o che possa diventarlo onestamente, e men che mai che possa contemporaneamente impegnarsi nelle questioni sociali». Una velata accusa di razzismo in effetti mancava.
LA MADRE
Murekatete ha respinto le «insinuazioni» e i «gratuiti sospetti» sull'acquisto della casa di Casal Palocco, 450 mila euro. La misura, per la compagna di Abou, è colma: «In questo piano inclinato non posso quindi fare altro, al momento, che dare incarico al mio avvocato, per adire le vie giudiziarie nei confronti di quanti mi hanno consapevolmente e persistentemente diffamato, ai limiti dello stalking». Vincesse le cause si rifarebbe dei soldi che non le ha dato la madre. Che ieri a sua volta ha dichiarato: «Siamo sorpresi per tutto questo interessamento, ci sono tante cose su cui uno deve rispondere in modo puntuale però avremo tempo di rispondere a tutte le accuse nei luoghi e nei tempi indicati». Aspettiamo.