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Saviano cancella gli incontri: "Temo per me stesso". E dà la colpa al governo

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Troppo odio contro la sua persona, Roberto Saviano annulla due appuntamenti pubblici. Lo scrittore, reduce dalla prima udienza in cui risponde all'accusa di diffamazione nei confronti di Giorgia Meloni, spiega: "Rinuncio, in queste settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita: responsabilità, questa, che sento gravosissima. E la sento tanto più perché vedo la lontananza siderale di chi, da posizioni di forza, potrebbe schierarsi, esprimere un'opinione e invece tace".

Con queste parole l'autore di Gomorra rinvia due incontri al Teatro Valli di Reggio Emilia, previsti per domenica 27 e lunedì 28 novembre: "Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile. L'esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l'odio è tangibile e non esiste alcuno scudo". 

Il riferimento pare chiaro: Saviano è stato portato in tribunale dall'attuale presidente del Consiglio, dopo averle dato della "bast***". Un insulto che il diretto interessato rivendica. Tanto da rincarare la dose: "Ho sempre difficoltà a spiegare i contorni della vicenda che mi vede al centro di tre processi con altrettanti ministri di questo governo ai giornalisti stranieri, perché per la stampa internazionale quello che mi sta succedendo è ai limiti dell'incredibile, sempre che si parli di Paesi che si definiscono democratici... Questo atteggiamento aggressivo nei confronti della libertà di stampa colpisce tutti. Questo è quello che ci aspetta: un governo di estrema destra che per silenziare il dissenso, per isolare le voci critiche, ricorre a intimidazione e minacce". Peccato però che la Meloni querelò Saviano quando ancora non era al governo. 

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