DiMartedì, Sallusti manda fuori di testa Santoro: "Quindi sei d'accordo con Stalin"
Scintille a DiMartedì tra Alessandro Sallusti e Michele Santoro. A prendere la parola nella puntata del 22 novembre su La7 il direttore di Libero. È lui, ospite di Giovanni Floris, a ricordare all'interlocutore che l'Italia e il governo Meloni non possono fare nulla in questo conflitto. Non siamo stati noi a iniziare la guerra, men che meno l'esecutivo". Ma l'ex giornalista Rai non si trova d'accordo: "Che noi non possiamo fare niente è una colossale bugia come la guerra – afferma –. Siamo un paese sovrano, come ci ricorda la Meloni a ogni piè sospinto, e quindi possiamo avere un atteggiamento diverso da quello che abbiamo avuto fino a oggi. Possiamo essere il centro di una iniziativa per la pace".
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"Cioè - interviene il direttore - possiamo passare dall’aiutare l’Ucraina all’aiutare Putin. Ma no, non ti fa onore". Non per Santoro che smentisce: "Prima o poi bisognerà che riusciamo a fare una discussione seria su questo. Tu mi hai chiesto che cosa può fare l’Italia. Io ti sto rispondendo che se l’Italia si mettesse fuori dalla logica delle armi, potrebbe svolgere un ruolo importantissimo a livello internazionale". "Quindi aiuta Putin", ribadisce Sallusti. "Chi ha detto che aiuta Putin? Allora il Papa aiuta Putin?", chiede ancora Santoro.
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Il dibattito però non finisce. Anzi, Sallusti prosegue: "No, perché il Papa non ha armi", "Neanche io - risponde il collega - ho le armi e non le voglio avere". Ecco allora la stoccata del direttore: "Ma è irrilevante cosa pensa il Papa. Non ha armi. Alla conferenza di Jalta Stalin chiese a Churchill quante armate avesse il Papa, non sapendo nemmeno chi fosse (Pio XII, ndr). Churchill gli rispose che non aveva nessuna divisione. Stalin disse: 'E allora chi se ne frega di cosa pensa il Papa'". Quanto basta a scatenare l'ironia di Santoro: "Quindi sei d’accordo con Stalin. Altro che Putin, sei andato oltre".