Otto e Mezzo, Beppe Severgnini zittisce la sinistra: "Zombie"
Niente più obbligo vaccinale. Se ne parla a Otto e Mezzo nella puntata di martedì 1 novembre su La7. Qui sul provvedimento si sofferma Beppe Severgnini che si dice dubbioso: "Non ho capito perché la Meloni ha fatto questa cosa, il 31 dicembre i medici no vax potevano tornare al lavoro". Addirittura, il giornalista definisce "inconcepibile" un operatore sanitario che si rifiuta di vaccinarsi. Dello stesso parere Michela Murgia: "Io non mi sentirei sicura ad andare in ospedale sapendo che un medico no vax mi può contagiare".
Peccato però che la scrittrice dimentica che il contagio non dipende dal vaccino, perché anche chi è vaccinato può trasmetterlo. Una tesi, quella citata da Alessandro Giuli, che Severgnini smentisce: "Non è vero, Remuzzi dice che un medico non vaccinato contrae più facilmente il virus e quindi lo trasmette più facilmente". Poi si passa alla polemica sulla stretta anti-rave. Anche su questo Severgnini ha le idee chiare.
"Ci si doveva occupare di altro? chiede Lilli Gruber -. Al raduno di fascisti a Predappio non è stato fatto nulla e neppure contro gli ultrà di sabato a San Siro...". E la replica arriva puntuale: "Io penso che ci sia un comune denominatore tra queste tre circostanze, ossia le norme ci sono ma non vengono fatte rispettare. Così i governi ne fanno di altre. In ogni caso la parola 'rave' significa delirio. Quando guardo quelle cose, mi metto nei panni dei genitori di quegli zombie lì. Non possiamo dire che lì non si consumano stupefacenti", conclude lanciando una chiara frecciata alla Murgia.