PiazzaPulita, Formigli accusa la Meloni: "I ministri? Più che il curriculum..."
"Scaltra e determinata a sufficienza in un mondo dominato da leader maschi e supponenti". Corrado Formigli, nell'analisi del nuovo governo, inizia con un inaspettato elogio a Giorgia Meloni. Per il conduttore di PiazzaPulita su La7 la leader di Fratelli d'Italia, nonché presidente del Consiglio, ha raggiunto i suoi tre obiettivi: "Sbarrare la strada di Salvini al Viminale, sottrarre a Forza Italia la casella della Giustizia e impedire che Licia Ronzulli, senatrice e assistente personale del Cavaliere, sua nemica da sempre, entrasse nell’esecutivo".
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Da qui un piccolo incensamento: "Comunque la si pensi sul suo orizzonte valoriale e politico, ci troviamo di fronte a una leader che si è costruita da sé, facendosi largo nelle periferie di Roma fin da giovanissima militante della destra sociale. Dura, coraggiosa e coerente".
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Ma ecco che Formigli torna il conduttore e giornalista di sempre, mettendo in dubbio la tenuta dell'esecutivo: "Bastano queste qualità per far durare il suo governo? Se il carattere forte gioca dalla sua parte, a indebolirla sono due fattori: una coalizione molto divisa tra il declino abissale di Berlusconi - scrive sulle colonne di Elle - e le ansie di Salvini, consapevole che stare all’ombra di Giorgia deprimerà ulteriormente i consensi della Lega. E una squadra di governo modesta, senza alcun fuoriclasse e costruita a testuggine nei ruoli strategici, proprio per proteggere la leader da manovre ostili". Insomma, a detta di Formigli la Meloni ha pensato più ai fedelissimi che ai "bravissimi". Da qui la pesante accusa: "Come se una lunga e obbediente militanza fosse comunque preferibile a un robusto curriculum".