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Salvini "boia", orrore in Val di Susa: la replica, teppisti umiliati
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Riecco i No Tav. Gli attivisti contro la ferrovia Torino-Lione non si smentiscono e offrono a Matteo Salvini un caloroso - per modo di dire - benvenuto. Su un muro di contenimento di Val di Susa appaiono nuove minacce indirizzate al neoministro delle Infrastrutture: "Salvini Boia, ora e sempre Resistenza. Avanti No Tav". Immancabile poi la firma con la stella rossa a cinque punte. La scritta è apparsa a poche ore di distanza dall'insediamento del governo Meloni, ma la notizia si è diffuso solo poco fa quando Salvini ha replicato.
"Fasci appesi, sbirri morti. E la Meloni...". Orrore italiano: dov'è apparsa questa roba
"Le minacce e i professionisti del No a tutto non ci fermeranno. Sbloccare i cantieri significa dare lavoro a operai, artigiani e imprenditori, significa rendere l'Italia più moderna e sicura, significa lavorare di più e inquinare di meno. Avanti!", ha scritto condividendo l'immagine del muro in località Caprie, a Torino. Ma i No Tav non sono stati gli unici a prendere di mira il leader della Lega.
"Assediato": la farneticante prima pagina di Repubblica scatena Salvini
La foto della minaccia era già apparsa sul blog dell'organizzazione giovanile comunista "Cambiare rotta", dove spunta addirittura un comunicato: "Le ruspe di Salvini arrivano al ministero delle Infrastrutture: ai nostri posti ci troverete, avanti No Tav!". E ancora: "All'indomani dell'annuncio e dei giuramenti dei nuovi ministri del Governo Meloni possiamo dire di trovarci di fronte a uno dei peggiori Esecutivi che la storia della Repubblica abbia mai partorito: nostalgici del fascismo, razzisti, xenofobi, anti-abortisti e guerrafondai della peggior specie che contano tra le proprie file vecchi militanti del Msi eletti a presidenti del Senato anche con i voti della cosiddetta 'opposizione', ex presidenti di federazioni delle maggiori aziende produttrici d'armi nominati, sull'orlo della terza guerra mondiale, ministri della Difesa. Insomma, un governo di zombie...". E degli attivisti livorosi.
Dai blog
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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