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Forza Italia, la profezia-tombale di Mannino: cosa accadrà al governo

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Dopo le parole di Giorgio Mulè, nulla è più escluso, nemmeno una scissione. A dirlo chiaro e tondo è Calogero Antonio Mannino, più volte ministro della Dc. "La scissione all’interno di Forza Italia è una delle possibilità molto probabili - esordisce raggiunto dall'Adnkronos -. Vedo un esaurirsi della sua funzione. Ma per chi ha regnato sul centro destra per vent’anni, abdicare è duro".

 

 

Per Mannino il partito di Silvio Berlusconi è politicamente finito. Non a caso - è il suo ragionamento - lo stesso "Confalonieri invitava Berlusconi a fondersi con la Meloni. È chiaro che non avendo il leader di Forza Italia in tempo provveduto a organizzare un partito con la regola democratica della adesione, partecipazione e responsabilità, adesso si apre il conflitto a fuoco tra quelli che restano". L'unica scelta azzeccata del Cavaliere? L'ingresso nel Ppe. Eppure anche questa decisione "non ha trasformato Forza Italia da partito personale, aziendale in partecipato. Con la conseguenza che oggi manca la classe dirigente e cosa ancora più grave che i democristiani che avevano reso possibile l’accettazione di Fi nel Ppe, da Casini ad Alfano, sono stati via via espulsi. Quindi il re è solo, anzi è nudo".

 

 

Al suo posto "la sola stella", Giorgia Meloni. "In questo momento la scena è molto occupata da lei. Ha fatto un partito di destra con ragioni di destra che ha vinto al centro e continua a crescere", prosegue per poi dire di non vedere un emulo. O almeno qualcuno che "in 24 ore fa un governo e si incontra con Macron, il suo interlocutore numero uno nell’Ue. Questo, come dice Voltaire, è un fatto, non un segnale". 

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