Bottura insulta Meloni: "Supina, subalterna al più bieco patriarcato"
Luca Bottura ha un chiodo fisso: attaccare Giorgia Meloni. Il premier ha chiesto di essere chiamata con l'articolo maschile evitando capitomboli sull'italiano in pieno stile Boldrini con locuzioni del tipo "la presidente" o "la premier". Ma a quanto pare il presidente del del Consiglio non è padrone di scegliere come farsi chiamare. Infatti ci pensa Bottura su La Stampa a bollare con parole pesantissime la scelta della Meloni: "Questo scelta parrebbe ideologico, subalterno al più bieco patriarcato, supino a un concezione maschile del comando che rasenta il provocazione", scrive Bottura giocando con le il maschile e il femminile in ciò che scrive.
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Poi continua con parole altrettanto dure: "Va da sé che se il Meloni predilige essere apostrofato con attributi maschili, analogo privilegio deve poter essere concesso a chiunque ritenga di essere uomo benché nato donna, o viceversa".
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Ma è nel finale che Bottura prova a buttare il pallone in tribuna: "Il dato quindi definitivo del scelta del presidente del consiglio è che, decidendo di presentarsi al mondo con un veste maschile, ha sdoganato il gender fluid. Speriamo solo che nessuno lo dica al ministro contro la parità di genere, Eugenio Roccella". Ironia al veleno per tirare acqua al mulino della crociata della Boldrini che negli anni della sua permanenza sullo scranno più alto di Montecitorio ha letteralmente stravolto le regole secolari della nostra lingua. Anche un articolo davanti a una parola val bene pur di infangare il nemico politico di turno.