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Mussolini, dove c'è la firma del Duce: cosa state vedendo

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La storia, si sa, non è acqua e, piaccia o non piaccia, le tracce che rimandano al ventennio fascista sono molte. Alcune perfino iscritte nelle leggi dello Stato. Come nel caso del codice penale Rocco, dal nome del ministro di Grazia e Giustizia che nel 1930 lo firmò insieme al re d’Italia Vittorio Emanuele III e, ovviamente, a Benito Mussolini (come si vede nell’immagine).

 

 

Il codice Rocco, pur modificato e riformato in diverse parti, è tutt’oggi in vigore. Un monumento giuridico che appare assai più ingombrante dei busti o delle foto che ancora intasano molte sedi istituzionali. Il codice Rocco venne emanato con Regio Decreto n. 1398 il 19 ottobre 1930, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre 1930, n. 251 (straordinario) e dentro in vigore il primo luglio 1931.

 

Il regio decreto di promulgazione, per l’appunto, riporta in calce le firme del Re d'Italia Vittorio Emanuele III, dell'allora capo del Governo Benito Mussolini, e del Ministro di grazia e giustizia Alfredo Rocco. Naturalmente,più volte e da più parti è stata avanzata la proposta di una revisione globale del codice. E, come nel caso delle commissioni ministeriali Pagliaro, del progetto Riz e Grosso, del 1988 e 2001, qualche ipotesi di riforma complessiva è stata avanzata, ma il codice Rocco è ancora lì con la sua impronta fascistissima, per quanto mutata. C’è da chiedersi come mai, in tanti anni di governo,la sinistra non vi abbia mai messo mano. 

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