Meloni fa impazzire Michela Marzano: meglio essere libere che donne di potere
Contrordine compagne: non è più il potere che ci interessa, ma la libertà. Lo scrive Michela Marzano su Repubblica discettando di politica e questione femminile in un dibattito che agita in particolare la sinistra. «Ma poi perché dobbiamo chiamarci "donne? È un'espressione che non ha senso, non esiste alcuna entità omogenea capace di riassumere le mille sfumature dell'esistenza femminile», sentenzia la filosofa ex deputata Pd. E dunque le signore dem sono ancora lì, a leccarsi le ferite perché un'esponente di destra, Giorgia Meloni, ha democraticamente conquistato il potere vincendo le elezioni e adesso si appresta a diventare presidente del Consiglio, ruolo che di sicuro comporta avere un certo potere finora mai sfiorato in Italia da una donna, mentre loro che predicavano le quote rosa e accusavano gli avversari di misoginia non riescono neppure a imporsi sui capicorrente.
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Che senso ha avere il potere se poi lo eserciti come un uomo?, chiede Marzano senza mai citare Meloni, ma arrapicandosi con le unghie sugli specchi con perifrasi che parlano di «autenticità», «unicità», «ricerca di un proprio centro» per poi concludere: «Potere e libertà non vanno mai di pari passo». L'ex parlamentare si tiene ormai lontana dai palazzi della politica dove invece le sue colleghe dem si struggono per le cariche importanti sempre in mano ai signori uomini. Sì, è vero, il partito di Enrico Letta ha due capigruppo donne, ma «è solo un contentino, una toppa peggiore del buco», ammette Alessia Morani, la quale peraltro è stata candidata in una posizione così infelice da non essere stata rieletta.
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Il (o la) capogruppo, in fondo, è solo un esecutore di ordini che arrivano dall'alto, da un segretario, «un blabla», conferma Marzano. Per questo Paola De Micheli, dopo anni di segreterie al maschile, ha deciso di farsi avanti al prossimo congresso: hai visto mai che al vertice del Nazareno ci vada una donna. Insomma, la Meloni ha infranto il soffitto di cristallo, ma le compagne non ci stanno e trovano ogni modo per minimizzare la portata dell'evento. Perfino dire che è meglio essere libere che di potere.