Rula Jebreal non molla: "Chi viene minacciato dal klan Meloni"
Niente, non ce la può fare a rientrare nei ranghi del senso di realtà. Così, Rula Jebreal prosegue nella sua opera di sollevazione dell'allarme internazionale sul pericolo meloniano. Con effetti grotteschi.
Ieri, una nuova puntata, in cui ha voluto fare un elenco di alcune personalità che a suo dire sarebbero le uniche voci libere in un Paese afflitto dal gravame del neofascismo imperante. «Ai media internazionali che stanno guardando la minaccia di Meloni alla democrazia, il suo klan prende di mira i critici. Queste sono le voci più importanti da seguire... alcune delle quali vivono sotto la protezione della polizia».
Video su questo argomento"Vi spiego io perché Meloni fa paura", Senaldi asfalta Santoro e Jebreal
E segue un elenco di quelle personalità del mondo mediatico e culturale: (ovviamente) Roberto Saviano, il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, il regista Gabriele Muccino (autore di una serie di tweet autodevastanti sulla vicenda di cui questo giornale ha dato conto ieri), Corrado Formigli, Andrea Purgatori e Selvaggia Lucarelli. Notare l'espediente linguistico di Jebreal: «il klan» è chiaramente un rimando al ku klux klan negli Stati Uniti. Mentre ricordare che alcune delle personalità citate «vivono sotto la protezione della polizia», buttata lì così fa quasi intuire che la scorta sia necessaria per le conseguenze dell'essersi schierati contro Giorgia Meloni.
Mentre, per fare un esempio, Saviano è sotto scorta da anni per via del suo impegno anti-Camorra. E poi ancora un altro tweet, poco prima di cena. Evidentemente turbata per la critica di Carlo Calenda al suo attacco a Giorgia Meloni per le vicende penali del padre (da cui si è originata questa cronaca infinita), se la prende con «l'opposizione centrista», accusandola di legittimare la «politica fascista» della leader di Fratelli d'Italia. E ancora: «Attaccano i critici di Meloni e ignorano i saluti nazisti dei membri del suo partito».
Il riferimento è al saluto a braccio teso di Romano La Russa durante il funerale del cognato, vicenda che ha tenuto banco per giorni e su cui il diretto interessato si è subito scusato. Insomma, un'epica del nulla. Su cui casca chi vuol partecipare al copione o magari non conosce la realtà italiana. Ieri, per dire, al palcoscenico si è aggiunta l'ex tennista Martina Navratilova, «Chissà quali conseguenze ha in mente Meloni?», si chiedeva in un tweet angosciato, accompagnato dall'hastag «Mussoliniamico». E meno male che, almeno, gli utenti dei social in larghissima maggioranza stanno con i piedi per terra ed invitano la giornalista a riconoscere l'errore e non proseguire oltre con la pantomima. D'altronde, loro sì, i nemici in grado di condizionarne vita e libertà ce l'hanno davvero, e sono il caro bollette e l'inflazione. Non hanno il tempo, né la tranquillità, per inventarsene uno.
"I deliri criminali della più ridicola di tutte": Sallusti ad alzo zero contro Rula Jebreal