Ghisleri smentisce Maurizio Molinari: "L'84% ha votato in modo consapevole e convinto"
Il successo di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia frutto solo di un "voto di protesta" contro Mario Draghi e il governo del tutti dentro? La tesi del direttore di Repubblica Maurizio Molinari non regge. Parola di Alessandra Ghisleri, una che di flussi e analisi elettorali se ne intende eccome. A cercare di sfruttare la scia della insoddisfazione degli elettori "indecisi", "scettici" o frustrati per un certo senso di mancata rappresentanza è stato sicuramente Giuseppe Conte, ma anche qui la Ghisleri, nel suo commento sulla Stampa, ridimensiona i fenomeno: "Il Movimento 5 Stelle registra un +0,8% di effetto band-wagon". Non siamo però di fronte a cifre epocali, che ribaltano previsioni e indicano nuove tendenze.
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"Un aspetto davvero interessante - spiega la direttrice di Euromedia Research - emerge dall'approfondimento delle motivazioni espresse dai cittadini circa la loro scelta e le possibili spinte. L'84,3% degli elettori del 25 settembre ha dichiarato di aver dato una preferenza consapevole e convinta, anche a prescindere dalla possibile vittoria". Un dato, questo, che smonta sul nascere la propaganda di certo centrosinistra politico e intellettuale, secondo cui la stragrande maggioranza di quel 26% da record attribuito nell'urna a Fratelli d'Italia sia stato un voto semplicemente "di pancia" e dunque per definizione volatile e destinato, in un futuro non troppo lontano, a evaporare o spostarsi su qualche nuova proposta. In realtà, sottolinea la Ghisleri numeri allarmano, solo "il 15,7% ha espresso un voto 'contro' piuttosto che a favore, semplicemente per non far vincere la controparte".
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Anzi, in questo senso non farà piacere a certi salottini il dato relativo al Partito democratico di Enrico Letta: "Un terzo degli elettori del Pd ha votato 'turandosi il naso' (29,4%)". Segno che la campagna elettorale di Letta ha fatto acqua su tutti i fronti. Certo, non siamo di fronte al fallimento del solo segretario uscente, ma al tramonto di un partito: " Se si va a ritroso nel tempo e più precisamente al Pd di Matteo Renzi del 2014 - il famoso 40,0% - le perdite stimate sono intorno ai 5 milioni - è il dato choc snocciolato dalla Ghisleri -. È una lenta ma inesorabile perdita senza nuovi acquisti. Il Pd sta sacrificando la sua massa elettorale - da anni - a beneficio di altri partiti, che possiamo definire spin off".
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