Giorgia Meloni, l'ira della mamma sulla Jebreal: "Vergognati"
«Si vergogni questa pseudo giornalista che si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra». Anna Paratore, la mamma di Giorgia Meloni, non usa mezzi termini. Il bersaglio, nemmeno a dirlo, è Rula Jebreal. Gli attacchi della scrittrice palestinese, emblema della sinistra radical chic, continuano a tenere banco. Le polemiche non si placano. «Questa signora attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti soprattutto perché, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando o grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa ciò che dice», puntualizza mamma Anna in una nota pubblicata dai parlamentare di Fratelli d'Italia.
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L'ULTIMO INCONTRO NELL'88 Poi ripercorre parte della storia con l'ex marito, Francesco Meloni cercando di mettere una netta distanza tra la sfera privata e quella pubblica. «La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni. Infatti, l'ultima volta che le mie bambine e io lo abbiamo incontrato è stato in un lontano pomeriggio intorno al 1988, a Villa Borghese, un giardino pubblico romano, dove aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie». Giorgia aveva undici anni. Era una bambina e come la sorella si ricordava a malapena di quell'uomo che le aveva lasciate sole. Si faceva chiamare Franco, racconta Anna Paratore «perché sosteneva che "papà" lo invecchiasse». Fu un incontro «inutile e superficiale». Da quel giorno buio totale.
Francesco Meloni «per quello che ne sapevamo noi, poteva essere morto, o felicemente vivo in qualche parte del mondo». Lui non cercava le figlie e le figlie non hanno mai cercato lui.
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VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA Poi succede che Giorgia viene nominata vicepresidente della Camera. È il 2006 e Silvio Berlusconi, ancora oggi suo alleto, è presidente del Consiglio. «Ecco arrivare la telefonata di un amico comune. "Franco" avrebbe avuto piacere di rivedere le ragazze: Giorgia disse di no. Come fa sempre, argomentò il suo diniego: "Perché dovrei vedermi con una persona che se incontro per strada nemmeno riconosco? Non ho niente da dirgli"», ricorda Anna. Che Giorgia e il padre non avessero mai avuto rapporti, del resto, lo sapevano tutti. E sta proprio qui la bassezza della Jebreal.
La signora Anna non ci sta. «Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, calunnie vergognose che, detto per inciso, se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un'aula di tribunale, sono davvero stufa». Punto e a capo. Forse.