Laura Boldrini, l'ira dopo la cacciata: "Ecco cosa volevano le ragazze"
Quando sono gli altri a essere nel mirino, poco importa ma quando è lei a essere attaccata, beh tutto cambia. È successo a Laura Boldrini, contestata da alcune ragazze durante la manifestazione per il diritto all’aborto, insieme all’associazione "Non una di meno". All’Esquilino a Roma alcune giovani hanno ricordato alla deputata del Partito democratico che la collega di partito Beatrice Lorenzin "ha reso la pillola a pagamento". Poi le ragazze le hanno consigliato di lasciare la piazza, perché "non ci rappresenta".
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Morale? Ora è colpa delle femministe. "Le ragazze non volevano dialogare, volevano qualcuno da attaccare, cercavano il pretesto per fare lo show. Mi dispiace che non ritengano importante unire le forze tra chi lavora in Parlamento e chi milita nelle associazioni. Sarò felicissima di rincontrarle per parlare con loro in modo serio". Con queste parole rivolte all'Adnkronos, la dem attacca: "Io non mi devo accreditare con nessuno, sono decenni che faccio battaglie per le donne, sia in parlamento che nei campi profughi di tanti paesi. Rivendico - prosegue - il diritto di stare in quella piazza, non devo certo chiedere l’autorizzazione a nessuno".
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Dopo aver sottolineato che "il gruppetto" a fianco le tre ragazze era già "pronto con i telefonini in mano" (la Boldrini infatti è stata ripresa), la deputata chiede che le forze vengano unite: "Non capire questo è grave limite, Queste ragazze hanno urlato la loro rabbia". Finita qui? Neanche per sogno: "Che cosa giova questo? - chiede -. È arrivato questo gruppetto che ha imbastito uno scontro, al quale ho cercato di sottrarmi. Ribadisco: è un errore attaccare chi si spende per i diritti delle donne, e è controproducente non riconoscere l’importanza delle istituzioni per salvaguardare i diritti". E tutte le volte che l'odio e lo scontro lo ha acceso lei?