Giorgia Meloni, Trevi: "Avrà sempre qualche fascista da accontentare"
"Giorgia Meloni avrà sempre qualche fascista da accontentare". La pugnalata a urne aperte arriva dalla Stampa, che intervista Emanuele Trevi. Scrittore e intellettuale di sinistra, che lo stesso quotidiano torinese identifica ironicamente come perfetto esemplare da salotto radical chic di Capalbio. E lui non nulla per sottrarsi a questa interpretazione, ricalcando il tema tanto caro a Enrico Letta: votare Meloni e Fratelli d'Italia significa riportare il fascismo al potere. "In grande - azzarda Trevi parlando della Meloni -, potrebbe ripercorrere la parabola di Gianni Alemanno. Il problema di entrambi sono i vecchi amici: per quanto ti redimi, verranno sempre a batterti una mano sulla spalla. E lei avrà sempre qualche fascista da accontentare, ma siccome sarà vincolata al Pnrr, le uniche cose che potrà fare per tenerli contenti, saranno di tipo simbolico: dalla censura di Peppa Pig al blocco navale. In questo modo, terrà compatta la destra intorno al puerile entusiasmo della vittoria. Poiché le cose serie le fa Bruxelles, a loro non resta che l'azione da Armata Brancaleone".
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Dall'alto dello scranno, Trevi dà lezioni alla leader di FdI e le consiglia qualche lettura: "Io direi Cristina Campo. Julius Evola. I simboli della scienza sacra di Guénon, così magari dà sostanza a tutto quello di cui parla per sentito dire - e in cui si ritrova parte del suo elettorato - sul conservatorismo, gli hobbit, le rune". Certo, non può risparmiare critiche a Enrico Letta, che pure sembra aver incarnato in campagna elettorale le teorie dello scrittore vincitore del Premio Strega 2021: "Gli consiglierei La macchia umana di Philip Roth, perché la sinistra si pensa ancora moralmente superiorità, ma la superiorità morale non esiste".
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Fortunatamente, lo scrittore ha la lucidità di sfatare un luogo comune: gli intellettuali non hanno mai avuto il contatto con la realtà. "Ci siamo sempre rivolti a una minoranza colta. Il problema è che abbiamo perso il contatto con la classe dirigente: era con quella che dovevamo parlare, era quella che doveva venirci a cercare". E intanto, alla faccia del mito delle guide dall'alto, il popolo di sinistra si stava dileguando verso altri e impensabili lidi.