Gramellini bacchetta Laura Pausini: "'Bella Ciao'? Ecco cosa poteva fare"
"Avrebbe potuto intonare quella meravigliosa canzone dedicandola al popolo ucraino invaso da Putin. Avrebbe sparigliato le carte e spostato un po' il tiro": Massimo Gramellini commenta così la scelta di Laura Pausini di non intonare "Bella Ciao", da lei definita canzone politica, durante un programma spagnolo. "La decisione di non cantarla le ha tirato addosso accuse di vigliaccheria e di fascismo che francamente appaiono esagerate", si legge ancora nell'articolo di Gramellini sul Corriere della Sera.
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Il giornalista, poi, passa a parlare della canzone al centro della polemica: "'Bella ciao' inneggia all'amore e alla libertà, e chi ne ha fatto la colonna sonora della propria esistenza dovrebbe riconoscere a tutti la libertà di cantarla o di non cantarla, senza sottoporre l'una o l'altra scelta al verdetto di un autoconvocato tribunale della Storia intento a misurare il tasso di ideologia degli interlocutori. È davvero un peccato che la canzone italiana più conosciuta al mondo dopo 'Volare' venga percepita solo in Italia per ciò che non è: un canto di parte. Vado a sentirmi 'Bella ciao'. In cuffia, così non disturbo nessuno".
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Secondo Gramellini, comunque, la Pausini - dopo l'episodio in tv - sarebbe stata "strumentalizzata da entrambe le parti, con la destra che adesso la considera Giovanna D'Arco e la sinistra Claretta Petacci".
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