Alessandro Meluzzi, la triste fine dell'arcivescovo complottista: come si è ridotto...
Che poi dispiace di scrivere male di Alessandro Meluzzi, perché viene una certa età in cui alla fine ci si conosce tutti e lui è uno simpatico davvero: la prima volta che lo vidi in tv fu alla fine degli anni Ottanta a una delle prime trasmissioni di Giuliano Ferrara su Raitre, si parlava di droga e lui era giovane, magro, ben vestito (col panciotto) e figurava banalmente e solo come «psichiatra». Ora, più di trent' anni dopo, il punto è diventato se uno psichiatra non debba occuparsi di lui. Noi pensiamo di no, riteniamo che lui ci faccia e non ci sia, insomma, che vaneggi sapendo di vaneggiare. Ma non possiamo ancora spiegarci bene: perché c'è da adempiere al dovere giornalistico di spiegare chi è Meluzzi. Spiegare, soprattutto, che possa risultare omissivo dire solo che Meluzzi risulta psichiatra, saggista, ex comunista torinese (amendoliano) con parentesi al manifesto, seguiva fase craxiana, poi parlamentare della primissima Forza Italia del '94, poi senatore, poi ha mollato Berlusconi ed è passato con l'Udr di Cossiga, poi coi Verdi che l'hanno cacciato, poi con Lamberto Dini e Rinnovamento italiano, poi ha aperto un centro per malati di mente (Agape) e ha scritto libri con titoli come «Cristoterapia» e «ll maschio fragile, scopri il bastardo che c'è in te» e poi uno sulla mafia nigeriana con - pare - Giorgia Meloni.
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Dimenticavamo di precisare che Meluzzi è gradito opinionista televisivo su qualsiasi argomento e consulente criminologo su casi giudiziari possibilmente celebri. Ci addentriamo poi con terrore nel lato religioso, limitandoci a dire che da laico socialista è passato dopo varie traversie alla Chiesa cattolica greco-melchita di rito bizantino (non sapete cos' è? Neanche noi) dopodiché se l'è presa con Papa Benedetto XVI e insomma è diventato un perfetto lettore della Verità. E' proprio convinto: ogni tanto circola in abito talare e dice messa in giro per l'Italia. In sostanza - fingiamo disinvoltura - si è autoproclamato primate, metropolita e arcivescovo di una particolare chiesa ortodossa non riconosciuta dalla Chiesa ortodossa, questo dopo che si era proclamato diacono di rito greco e di obbedienza romana pur destituito dalle gerarchie cattoliche in quanto lui legato alla massoneria, infine si è autoimposto col nome ecclesiastico-patriarcale di Alessandro I e l'onoreficenza di Sua Beatitudine. Ecco, l'abbiamo scritto, e il problema è che l'articolo non è ancora incominciato perché in teoria dovremmo parlare del complottismo di Meluzzi su covid, gas e altre cose: e non parlare della sua barba da Rasputin e del suo look da scienziato pazzo dei film di fantascienza: che poi è il suo tema preferito, la fantascienza. Ultimamente non è vissuto sulla Terra né in Italia, ma a «Draghistan», nell'Italia sottomessa alla dittatura economica e sanitaria: un punto di riferimento dei sovranisti/novax/complottardi della peggiore Italia post-bizantina. Di quanto poi si sia avvicinato a Lega e Fratelli d'Italia non ce ne frega niente. Del suo attivismo social neppure: è fisiologico.
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Ha preso a definire i quotidiani «carte da cesso», ce l'ha con Bill Gates definito capo del «Great Reset» «vecchio nerd masturbatore», l'altro giorno si è basato sui principi della psico-economia (non fate domande) spiegando che la crisi del gas deve essere letta con le lenti del «teorema Rothschild» dietro il quale si cela l'attuale fase dell'economia globale, laddove la finanza internazionale muove i suoi fili per assicurare il mantenimento dello status quo. La ripresa economica seguita alla pandemia e la guerra in Ucraina e la quotazione del gas sono interlacciati per scatenare una tempesta perfetta sull'Europa. Sembrano solo cazzate, e infatti lo sono. Alla fine di agosto l'industriale Alberto Balocco è stato ammazzato da un fulmine, ma secondo Meluzzi non aveva «segni di ustione»: e giù discussioni. Coi suoi 95mila follower su Twitter aveva pure sostenuto che il poliziotto poi condannato per l'omicidio del nero George Floyd fosse «un attore». Soprattutto, ora e sempre, che tutti i vip vaccinati contro il Covid-19 abbiano ricevuto «un falso vaccino»: l'ha detto anche durate una serie di convegni anche all'estero (vabbeh, a San Marino). Ma sono ciliegine. La torta resta che tanti dei morti passati alla cronaca potrebbero essere vittime di un famigerato « siero genico» (l'anti Covid) che nasconde oscure manovre mondialiste. Quando poi il motivo di alcune morti non viene riportato con crudezza cerusica - per privacy o dentologia giornalistica - il complottismo si eccita, e la barba di Meluzzi si allunga. Sull'inaffidabile enciclopedia wikipedia c'è scritto che Meluzzi «è altresì sostenitore della teoria del complotto di estrema destra QAnon e ne propaga i contenuti, diffondendo informazioni false sulle rete sociali, in particolare sulla pandemia di Covid 19». Magari, scritta così, è solo una sciocchezza come tante di wikipedia. Ma noi la riportiamo. Le diamo credito. Perché anche noi facciamo parte del complotto di estrema destra QAnon. Se solo ci spiegassero che cazzo è.