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Sergej Lavrov: "Voglio le trascrizioni. Se fosse vero...", minaccia finale alla Ue

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Tra la Russia e l'Unione europea il clima è sempre più teso. Dopo la presunta frase incriminata pronunciata dal Josep Borrell, alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ecco che Sergej Lavrov commenta: "Se ciò che è stato riportato da tutti i media del mondo sarà confermato, allora, ovviamente, avremo grandissime domande su come continuare a trattare con queste persone".

Il ministro degli Affari esteri russo fa riferimento alla trascrizione in cui Borrell avrebbe definito la "Russia fascista": "Il signor Borrell - prosegue Lavrov -, come ho detto, è ancora l'uomo che nomina i rappresentanti dell'Ue all'estero. Una settimana fa abbiamo avuto un nuovo capo della delegazione dell'Ue presso la Federazione Russa nominato da lui. E se il signor Borrell dà istintivamente la lotta per scontata, come dire, con il 'regime fascistaì, allora vorrei sapere quali istruzioni e direttive ha impartito al suo rappresentante a Mosca, quale linea seguirà questo rappresentante".

Nella giornata di lunedì 5 settembre, Borrell ha tenuto un discorso durante una conferenza interparlamentare del Parlamento europeo a Praga. Qui, tra le altre cose, ha risposto alle domande degli eurodeputati che gli chiedevano "azioni concrete contro la Russia". Per l'occasione l'alto rappresentate ha scelto di parlare in spagnolo, sua lingua madre, e secondo la traduzione ufficiale in inglese ha pronunciato una frase sull'assenza di un "piano concreto" su come sconfiggere la "Russia fascista e il suo regime fascista". Nonostante "l'ufficio del signor Borrell ha immediatamente smentito queste trascrizioni, dicendo che parlava spagnolo e c'era un'inesattezza nella traduzione inglese", le ripercussioni non sono state poche. 

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