Montezemolo, confessione privata: "Figlio di Agnelli? Vi dico tutto"
Luca Cordero di Montezemolo in una lunga intervista al Corriere si racconta. Parla di tutto, del suo rapporto con la Ferrari, di quello con Agnelli e di quello con Sergio Marchionne. E proprio sull'Avvocato era girata una voce qualche anno fa, una sorta di leggenda sul fatto che fosse il padre di Montezemolo. Ebbene, ora il manager spiega tutto: "In famiglia ne sorridevamo: “Mamma, cos’hai combinato?”. È vero però che per me è stato come un padre. Mi ha trasmesso la curiosità per gli uomini, per il mondo, per l’arte contemporanea: la pop art e l’arte povera, Lichtenstein e Alighiero Boetti, Warhol e Pistoletto... A Torino abitavo sulla sua stessa collina, qualche tornante sotto. Ogni tanto mi chiamava: “Vieni a vedere il secondo tempo di un film?”. Avvocato, ma perché il secondo tempo? “Va bene, vediamo il primo, poi andiamo a dormire”.
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Poi Montezemolo anche del suo rapporto con lo storico manager della Fiat, Cesare Romiti: "Abbiamo avuto alti e bassi. Romiti non era una persona facile, come hanno sperimentato anche uomini del calibro di Ghidella e De Benedetti. Io poi ho dovuto pagare il rapporto stretto che avevo con l’Avvocato. Però fu Romiti, su suo input, a telefonarmi nel 1991 per propormi di tornare in Ferrari. Temevo mi volesse come direttore sportivo, e mentre parlava pensavo a una scusa per dire no".
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Infine parla anche della sua presidenza alla Juve: "Fu un errore dire di sì. Dopo l’avventura bellissima di Italia ‘90, non ne potevo più del calcio, di stadi, partite, arbitri... Ma non potevo rifiutare. E poi l’Avvocato si era infatuato di Maifredi. Era il tempo del Milan di Sacchi, e lui in fondo aveva sempre amato il bel gioco: Sivori, Platini, Maradona, Baggio".