Alberto Zangrillo: "Moriremo curati da mediocri", con chi ce l'ha
È una provocazione ma anche uno sfogo quella di Alberto Zangrillo. "La programmazione è fondamentale. Il Ssn ha necessità di specialisti in grado di fare la diagnosi e decidere la cura, medici che sanno lavorare in pronto soccorso e in sala operatoria". Queste persone, medici e infermieri, sono quelle a cui affideremo la vita dei nostri figli e vanno pagate bene, molto bene. Altrimenti varranno le regole del reddito di cittadinanza sanitario e moriremo tutti perché curati da gente mediocre e improvvisata".
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Parole durissime quelle del prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele, che all’Adnkronos Salute spiega così la sua visione sul numero chiuso in Medicina e sull’accesso alla professione medica, ribadendo l’importanza di pianificare bene tutto il percorso, fin dall’inizio della 'filiera' formativa dei camici bianchi, per avere risorse adeguate ai fabbisogni della sanità.
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"L'ipotesi di eliminare il numero chiuso per l'accesso alle facoltà di Medicina non è la soluzione, dobbiamo formare medici consapevoli", tuona Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) contro l'ipotesi della abolizione dello sbarramento a Medicina. "Il tema del numero chiuso è già stato affrontato e avevamo dato varie soluzioni - ricorda Anelli - Ma vanno ribaditi alcuni punti: il primo è che questo tema non è legato al numero dei medici che in Italia è ragguardevole, ma a quello degli specialisti. Il ministro Speranza è intervenuto su questo problema aumentando le borse di specializzazione, anche se si potrebbe fare di più; ad esempio per la Medicina generale. Poi c'è il secondo punto: il tema dell'accesso a Medicina. I numeri dei posti nelle facoltà sono aumentati negli ultimi anni ma va tenuto conto che servono strutture e una organizzazione per garantire un percorso di formazione valido e non come è accaduto in passato, quando l'iscrizione era libera, aule stracolme e difficoltà per gli studenti di seguire le lezioni".