Vittorio Sgarbi, “bugiardi, prepotenti, tenuto in auto”: scoppia il caso diplomatico
Vittorio Sgarbi ha ingaggiato una lotta a distanza con la Svizzera e in particolare con Norman Gobbi, responsabile del ministero di Giustizia e Polizia del Canton Ticino. Lo scorso sabato il noto critico d’arte è stato fermato al valico autostradale di Chiasso-Brogeda perché viaggiava su un’auto blu, con tanto di lampeggianti in funzione che gli consentivano di superare la colonna di veicoli formata dai vacanzieri diretti verso il confine italo-svizzero.
"Non ci tornerò mai più". Auto con il lampeggiante e stato di "fermo": Sgarbi nei guai
Sgarbi è stato multato (500 franchi) e si è lamentato per il trattamento ricevuto: sostiene di essere stato trattenuto in auto, senza possibilità di scendere, durante gli accertamenti svolti dagli agenti e dalle guardie di confine. “Poliziotti arroganti, prepotenti e bugiardi”, ah tuonato Sgarbi, che ha minacciato di non tornare mai più in Svizzera dopo quanto accaduto. Il critico d’arte avrebbe però dovuto tenere in considerazione che lì le cose funzionano diversamente rispetto all’Italia: neanche i ministri godono di certi privilegi.
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“Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi - è stata la replica di Norman Gobbi - dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti prioritari”. Pare inoltre che l’autista di Sgarbi, un agente della Polizia di Stato, abbia insultato i colleghi svizzeri che lo hanno fermato: “Diciamo che verso i miei uomini entrambi non si sono comportati molto bene”, ha liquidato la questione Norman Gobbi.