Giulia e Alessia Pisano, lo sfogo del padre: "Fango? Ora vi dico tutto"
Non si dà pace Vittorio Pisano, padre di Giulia e Alessia. Le sue figlie erano andate a Riccione per divertirsi come tante ragazze della loro età, ma dalla lì non sono più tornate. In quella che è una vicenda ancora fitta di misteri, le ragazze hanno perso la vita travolte da un treno alla stazione. Un dolore inspiegabile per Vittorio, al centro di vergognosi attacchi social.
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"Non porto rancore rispetto all'inconsulto vociare che si è scatenato all'indomani della tragedia che mi ha colpito. Voglio, al contrario, che le mie bimbe non siano morte invano, che questa disgrazia porti a qualcosa di buono, a un bene assoluto. Per tutti - scrive l'uomo in una lunga lettera a Repubblica -.
Vivo la sofferenza confortato moralmente e spiritualmente dalle tante persone che quotidianamente hanno inondato me e la mia casa di un'umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione".
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E ancora: "Vivo la sofferenza per l'immane tragedia che ha colpito la mia famiglia, e la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l'ingiusto evento in bene assoluto". Originario della Sardegna, Vittorio vive a Castenaso da quando è giovane. Ora però la sua vita si è fermata: "Non c'è stato un giorno in cui non le abbia accompagnate e riprese da scuola, almeno questo mi rimarrà per sempre, quello che ho vissuto con loro". E a chi lo critica per aver lasciato che le figlie di 17 e 15 anni andassero solo in discoteca, Vittorio replica: "Sono convinto che ognuno di loro possa trarre insegnamento per la vita che verrà. Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l'amore verso il prossimo; uno spirito nuovo che possa infondere nella comunità speranza e fiducia. Perché le bimbe, le mie bimbe, le nostre bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano".
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