Gad Lerner, "dalla parte giusta": inneggia a Sofri, mandante dell'omicidio Calabresi
In Italia ci sarà pure il pericolo fascista. Roba per i gonzi, perché a fare arrabbiare seriamente sono i soliti intellettuali di sinistra che si baloccano con i sentimenti delle persone. E della comunità nazionale, salvo gli stolti. Gad Lerner è tornato a fare il cicisbeo social al fine di provocare un po' di baccano: lo strumento è stato quello di festeggiare il compleanno di Adriano Sofri, il mandante dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi, assassinato a Milano nel nome della banda di Lotta Continua. Ha scritto Lerner, pubblicamente. «Buoni 80 anni caro Adriano. Vissuti dalla parte giusta». Con tanto di fotona di Sofri. Pessimo gusto, con l'immancabile like del figlio, Luca, che certo ha gradito. E ci mancherebbe. Ora, ciascuno di noi può rivolgere i propri auguri a chi vuole e persino sui social. E se Lerner si fosse limitato alla prima parte del suo tweet, le critiche sarebbero state minori e alla fine fatti suoi. Ma quel che risulta davvero grave è la pretesa morale di coinvolgere chi legge in un giudizio inaccettabile di fronte a chi ha concorso a seminare sangue. No, Lerner, quegli 80 anni non sono stati «vissuti dalla parte giusta». A meno che sia il terrorismo "la parte giusta". E qui Lerner dovrebbe davvero giustificare la sua uscita senza arrampicarsi sugli specchi.
GIUSTIFICAZIONI POSTUME
Ormai non c'è più pudore. È la teoria giustificazionista che "salva" chi ha ammazzato nel nome della lotta armata col passare del tempo. "Ora sono cambiati". Ma non si pone il problema che a 80 anni il commissario Luigi Calabresi non ci sia arrivato. A lui gli auguri non glieli ha potuti fare nessuno, lui sì che visse dalla parte giusta. Lerner finge di ignorare che dal 1997 la Cassazione ha posto la parola fine al caso Calabresi. Furono Ovidio Bompressi e Leonardo Marino (collaboratore di giustizia sulle cui parole si basò l'accusa) gli esecutori materiali del delitto e Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri i mandanti. I quattro appartenevano a Lotta Continua, in cui militò anche Gad Lerner. E si vede. Per Lotta Continua il commissario Calabresi era un nemico, lo accusavano della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli dopo la strage di piazza Fontana. Per salvare gli assassini ci fu una enorme mobilitazione rossa, politica e intellettuale. Ma l'innocentismo peloso della sinistra non solo estrema servì a poco: andarono a sbattere persino con la richiesta di revisione del processo.
Qual è la parte giusta della storia? Sofri è stato scarcerato nel 2012, dopo aver scontato 15 anni su 22, solo 9 in carcere e poi in altre modalità di detenzione. Eppure, Gad Lerner insiste. E sembra quasi non rendersi conto di aver esaltato un gruppo di terroristi che ammazzarono un poliziotto a pistolettate, come se fosse una cosa normale, civile, "giusta". Le reazioni social non si sono fatte attendere e probabilmente rappresentano il motivo della castroneria sparata con fierezza un tanto infantile da Lerner. Per atteggiarsi poi a vittima - lui, non Calabresi - e magari implorare una candidatura alle politiche: di questi tempi a sinistra non si butta proprio niente. E sarebbero anche capaci di fregarsene di quel dettaglio della condanna di Adriano Sofri proprio come mandante dell'omicidio del commissario Calabresi (non aveva neppure quarant' anni, serviva lo Stato, aveva una bella famiglia con due figli e la moglie incinta del terzo pargolo).
COMPAGNO CHE SBAGLIA
La memoria, assieme alle parole di indignazione che arrivano in numero enorme dalla rete, tiene alta l'attenzione su allora. Erano i tempi in cui i terroristi venivano quasi legittimati come "compagni che sbagliano", così da poterli frequentare. Ma nemmeno in quegli anni orrendi e di sangue si arrivava a scrivere che erano "dalla parte giusta". Gad Lerner è stato davvero inopportuno, pessimo, cinico con questa uscita su Sofri. Da chi pretende di fare cultura ci si aspetta un po' di sobrietà e non uscite a casaccio, che fanno solo del male a un popolo che non dimentica. Chissà quante altre ce ne dovremo aspettare, da una "firma" così. Forse un inno alla libertà per Cesare Battisti? La gratitudine verso la giustizia francese che non intende restituirci gli assassini di troppi italiani commessi da brigatisti che stanno tranquilli a svernare Oltralpe? Ne scriva invece un altro di tweet, Gad Lerner, e tenti di scusarsi per una topica che neanche lui si può permettere. Con quei delitti non si scherza. E il ricordo drammatico di quegli anni non si cancella. Perché bisogna riconoscere qual era la parte giusta: i poliziotti o i terroristi? Quella di Luigi Calabresi o quella di Adriano Sofri e dei suoi complici?