L'aria che tira, "ma non è che porta sfi***?": Pier Luigi Bersani, ko tecnico in diretta tv
«Penso che con le battute stavolta non si vada avanti». Pierluigi Bersani manda in soffitta il famigerato, sfortunatissimo «Smacchiamo il giaguaro». Francesco Magnani se lo coccola in studio a L'aria che tira-Estate, su La7, sperando in un guizzo dell'ex segretario del Pd che andò a schiantarsi sulla "non vittoria" delle urne nel 2013. Bersani però sbuffa, ha lo sguardo corrucciato: «Lei il giaguaro, Enrico Letta ora gli occhi della tigre. Non è che i felini portino un po' di sfiga alla sinistra?», gli chiedono. E lui non può far altro che annuire, visibilmente depresso: «Penso anche io che la situazione non va presa da quel lato lì. La gente è preoccupata, secondo me adesso guarderà più le previsioni del tempo di quello che dirò io». Complimenti per la sincerità, perlomeno.
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«Qui si vince e si perde a seconda di chi va a votare e in questo momento chi sta male tende a non andarci. Ci stiamo contendendo tutti una coperta troppo corta». Alla riflessione sullo scollamento tra elettori e partiti, condivisibile ma per la verità scontata, fa poi seguito un ragionamento per certi versi sconcertante. «Alla gente devi dire salario minimo, contratti, non puoi dirgli aboliamo reddito di cittadinanza... Poi è importante lo schieramento». Già.
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LeU, in questo senso, ha fallito. E il Pd ha scippato Roberto Speranza: «Avevamo immaginato questa lista come alla colonna di una coalizione alla quale partecipassero anche i 5Stelle, per creare un campo progressista alternativo alla destra, ma le cose non sono andate così». E ora, come fare a mettere insieme il centrosinistra? «Guardate cosa fanno la Meloni, Salvini e Berlusconi. Litigano ma al voto ci andranno insieme. Sì il gravissimo incidente sulla fiducia a Draghi, va bene. Ma se siamo razionali, dovremmo provarci fino alla fine». Tradotto: Letta e Conte, tornate insieme. Come scordare tutto alla velocità della luce. Pardon, del giaguaro.