Alessandro Orsini, vita stravolta: "Adesso basta". E in Rai...
Ha rappresentato, e rappresenta, il solco scavato nella coscienza collettiva con la guerra in Russia, dando il via all'ennesima versione dell'«o di qua odi la» orientata sull'evento bellico. Il docente universitario, gettonatissimo nei talk show televisivi, Alessandro Orsini, che in questi mesi ha assunto una linea fortemente critica sulle iniziative dell'Occidente. Attorno a lui sono gonfiate montagne di polemiche, duelli politici sconfinati persino nella commissione di vigilanza Rai. Parlando al Giffoni festival (la sua presenza alla kermesse aveva, anch' essa, suscitato un aspro dibattito) ha annunciato la sua scelta di «non andare in tv nei prossimi mesi, nonostante siano tante le richieste per un mio intervento in varie trasmissioni».
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Nel corso del suo intervento è tornato sulla drammaticità della guerra. Ai ragazzi del pubblico (non bambini ma, ha specificato il direttore del festival Claudio Gubitosi, ragazzi dai 18 ai 30 anni), che lo sollecitano sul coinvolgimento dei bambini nel dibattito sulla guerra (gli chiedono se tutto ciò non sia "cinico"), Orsini replica: «Cinico e vergognoso è non ricordare che tutte le volte che c'è una guerra muoiono decine di bambini».
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E aggiunge: «Le bombe occidentali hanno ucciso, sventurato, dilaniato e massacrato migliaia di bambini e donne incinte musulmane, ad esempio. È l'informazione - ha spiegato rivolto al pubblico - che voi sentite tutti i giorni che è inquinata e non ve lo dice. Voi siete sotto propaganda. Io l'ho disinquinata». Comunque, riconosce che, in fondo, la possibilità di dire ciò che pensa gli è stata garantita. «Siamo felici di vivere in Italia? Sì, sono molto felice di vivere in Italia, di poter frequentare questo festival, alzarmi e avere la libertà di dire che non mi piace il governo Draghi se lo ritengo giusto». Allargando lo scenario, poi, guarda alle dinamiche internazionali. «Voi - ragiona ancora rivolto all'auditorio - pensate che l'Occidente sia dalla parte dei buoni. Noi occidentali sosteniamo i dittatori più violenti». Quanto alla guerra mossa dal Cremlino all'Ucraina, afferma: «Quante volte dovrò dire che condanno l'invasione di Putin?».
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