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Marta Fascina, il fango di Repubblica: "Forse con il telefonino di Berlusconi..."

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Bentornata macchina del fango. Repubblica entra nella (peggiore) modalità campagna elettorale e annusato il vento inizia a picchiare duro, senza pietà e un po' a casaccio, sul centrodestra. Contro Giorgia Meloni, ovviamente: oggi Berizzi verga il "classico" pezzo sulle ombre nere di Fratelli d'Italia, mentre nelle retrovie fa capolino una vignetta su Benito Mussolini e il centrodestra di oggi, perché l'equazione nemico=fascismo tra i lettori di centrosinistra tira sempre. E poi sul ritrovato Silvio Berlusconi, l'uomo che il Pd sperava di soffiare al centrodestra e che ora invece guida l'assalto a Palazzo Chigi. 

 

 

 

Un retroscena di Tommaso Ciriaco riferisce dell'offerta che avrebbe convinto il Cav a mollare Mario Draghi. Il leader leghista Matteo Salvini gli avrebbe promesso il ruolo di presidente del Senato in cambio della sfiducia al premier. Lo "scarto" di Repubblica rispetto agli altri retroscena che ripropongono il tema della trattativa è però un dettaglio molto caro al quotidiano che fu di Eugenio Scalfari: la presunta "circonvenzione di incapace" di cui sarebbe, a loro dire, vittima l'ex premier.

 

 

Di Berlusconi così si sottolinea "l'isolamento": il suo cerchio magico l'avrebbe tenuto all'oscuro di tutto nelle ore della crisi, rinchiudendolo nella sua dimora romanadi Villa Grande. Addirittura, si legge, "Colle e Palazzo Chigi lo cercano" ma non riescono a contattatarlo. E questo perché "forse il suo cellulare era in mano a Marta Fascina". La sua compagna, insomma, avrebbe impedito a Berlusconi di parlare con Mattarella e Draghi. Ricostruzione fantasiosa, forse addirittura a rischio calunnia visto quanto detto invece dallo staff di Forza Italia in quelle ore, a proposito dei contatti telefonici tra Berlusconi, presidente della Repubblica e premier in bilico. E alla luce, soprattutto, di quanto detto poi da Berlusconi stesso. Lucido e determinato, non certo all'oscuro di quanto stava accadendo attorno a lui.

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