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Federico Rampini: "Cosa dicono all'estero di Draghi", una brutale soffiata

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"Le dimissioni di Mario Draghi annunciano una maggiore incertezza politica anche se venissero evitate le elezioni anticipate". Il verdetto dell'agenzia di rating Fitch scatena l'ironia di Federico Rampini: "Queste parole dimostrano che gli analisti, se si applicano e se studiano, possono fare delle analisi abbastanza sottili". Poi, più serio, il corrispondente del Corriere della Sera, in collegamento con Veronica Gentili a Controcorrente su Rete 4, prosegue il suo ragionamento. 

 

 

 

 

"Anche se Draghi dovesse rimanere, ma in un contesto di una maggioranza sempre più divisa, indecisa a tutto e litigiosa, questo non sarebbe di buon auspicio. Restando però in un contesto internazionale, anche se c'è un diffuso pregiudizio favorevole a Draghi e i governi da Washington a Parigi, da Berlino a Bruxelles preferirebbero che Draghi rimanesse, per la verità di questa crisi italiana all'estero si parla pochissimo. Primo perché l'Italia non è così importante".

 

 

 



Secondo, "perché in Occidente tutti i governi affrontano un periodo di debolezza acuta. E' debole la leadership americana, è debole la leadership tedesca, non c'è un governo in Inghilterra e non c'è una maggioranza in Francia. L'Italia è un caso tra tanti, ma l'elemento economico è quello che fa dell'Italia il malato d'Europa, per via del debito pubblico".

 

 

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