Sergej Razov, l'ambasciatore in Italia sostituito da Putin? Le indiscrezioni
L'intenzione di riavviare un dialogo con l'Italia che si è schierata a favore dell'Ucraina e con la Nato non è contemplata. Piuttosto sembra che la Russia voglia continuare sulla linea dello scontro frontale, della provocazione e dell'escalation. È questo il dato che emerge dal retroscena raccontato da Francesca Sforza sulla Stampa a proposito dell'avvicendamento al vertice dell'ambasciata russa in Italia. Sergej Razov, l'attuale numero uno della diplomazia di Mosca a Roma, è arrivato al capolinea: al Cremlino non è più gradito. Gli viene rinfacciato il fatto che "non ha gestito bene la comunicazione in questi anni", per il disastro dell'operazione d'invio degli aiuti durante la pandemia, per la decisione di sporgere querela (poi archiviata dal gip di Torino) nei confronti della Stampa in seguito alla pubblicazione di un articolo di Domenico Quirico, e in generale perché è ormai chiaro che questo funzionario cresciuto nella scuola del Pcus non ha più nulla da dare - né da fare - nel nostro Paese.
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Bene, anzi male. Perché quello che viene indicato sulla carta come suo sostituto non promette nulla di buono. Alexey Paramonov, classe 1962, direttore per l'Europa al Ministero degli esteri russo ed ex console a Milano è una delle voci più critiche nei confronti dell'Italia tanto che la portavoce del Mid russo Maria Zakharova è dovuta intervenire in occasione di una sua intervista per puntualizzare che era stato frainteso il passaggio in cui indicava l'Italia nella classifica dei paesi "più ostili" e delle "conseguenze irreversibili" sul fronte energetico, lasciando intendere che la Russia si riservava iniziative a sorpresa come l'interruzione delle forniture. Non solo: aveva anche attaccato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, accusandolo prima di aver chiesto aiuto alla Russia durante la pandemia e poi di essere stato fra i primi a pronunciarsi a favore delle sanzioni. Le reazioni, ricorda Francesca Sforza, furono piuttosto irritate anche da parte di Palazzo Chigi tanto che si cominciò a lavorare alla revoca delle onorificenze che Paramonov aveva ottenuto negli anni, prima come Cavaliere dell'Ordine al Merito della repubblica italiana (2018) e poi come Commendatore dell'Ordine della Stella d'Italia (2020).
Tra gli altri papabili sostituti di Sergey Razov ci sono Alexander Nurizade, anche lui ex console a Milano e attualmente direttore generale al Ministero degli Esteri russo, e soprattutto Andrey Maslov, oggi ambasciatore russo ad Atene, e dal 2004 al 2010 ministro consigliere all'ambasciata di Roma. Figure certamente meno compromesse di Paramonov, ma che riuscirebbero comunque a creare qualche imbarazzo alle autorità italiane.