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Giuliano Ferrara, clamoroso su Di Maio: "Sublime bibitaro statista non per caso"
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Lo chiama "Di Maione" Giuliano Ferrara. Un "politico trasformista e schizofrenico", come "in certa misura" lo sono tutti i politici italiani, scrive nel suo editoriale su Il Foglio. Secondo Ferrara Luigi Di Maio è "emulo di un grandissimo poeta", Arthur Rimbaud. Il quale, ricorda, "definì così il manifesto vero di tutta la sua breve, intensa vita di poeta: Je est un autre, Io è un altro". In versione più modesta, il ministro degli Esteri, uscito dal Movimento 5 stelle, ha "sibilato al Sé di ieri, al grillino passato, 'uno non vale l'altro'. Come dire, io sono io e voi non siete un ca***, altro che uno vale uno".
Quindi Ferrara mostra il suo trasformismo: "ha abolito quasi la povertà (e il senso del lavoro) con il Reddito di cittadinanza e il decreto 'Dignità', ha dato una sforbiciata di due, trecento parlamentari alle Camere, con una riforma costituzionale riuscita e convalidata da referendum (miracolo!), è stato ministro in tre governi di segno opposto, ha manifestato con i gilet gialli e ha messo su una pochette da paura alla Farnesina, roba che neanche al vecchio e compianto Giulio Andreotti era riuscita".
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Il punto è che Luigi Di Maio "la sua vita la sta moltiplicando, la salva a ogni angolo, la rende una promessa senza passato e carica di futuro. Insieme per il futuro, infatti. E con questa scelta, che ha tutto di occidentale e di euroatlantico", prosegue Ferrara, "fa un favore al suo paese, ne sia o no cosciente il sublime bibitaro moro di Pomigliano d'Arco, rivelatosi statista non per caso. Tutti sono alla ricerca di un Io convincente per gli elettori smarriti: una è donna, madre, cristiana", scrive riferendosi a Giorgia Meloni, "uno è i pieni poteri, e prima gli italiani e i russi; noi poveri occidentalisti della Ztl diciamo prima gli ucraini e le armi, poi il gas e l'inflazione da domare per proteggere care, effimere libertà".
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Insomma, conclude Ferrara, "la sola esistenza di Di Maione" "dimostra che la soluzione non verrà da elezioni politiche semi maggioritarie, ma da un ferreo e funzionante, anzi pienamente efficiente, sistema trasformista, il nostro blasone, il nostro distintivo, il nostro unico fattore di stabilità e governabilità".
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