Tagadà, Federico Rampini: "Segnali di stanchezza". Ecco come finirà la guerra
Volodymyr Zelensky chiede più armi per affrontare l'esercito russo ma di armi in Ucraina ne arrivano sempre meno e sempre con molto ritardo. Federico Rampini, ospite di Tagadà, su La7, nella puntata di oggi 10 giugno, spiega che si intravedono i primi segnali di stanchezza in Occidente: "Io credo che Zelensky sia giustamente preoccupato perché i segnali di uno sfaldamento nella coalizione ci sono" e sono evidenti. L'editorialista del Corriere della Sera sottolinea che "persino negli Stati Uniti in realtà ora ci sono correnti che mettono in discussione questa guerra a oltranza in Ucraina. Ci sono voci autorevoli che si chiedono quando si riuscirà a far finire la guerra e a costruire la pace".
L'intervento di Federico Rampini a Tagadà
"Sono come Pietro il Grande". Poi il malore improvviso, "cure urgenti": cosa non ci dicono su Putin
Ma questo scenario si ritrova anche in Europa, "in Italia e in Germania dove già si avvertono segnali di stanchezza anche se le bombe continuano a piovere sugli ucraini e i missili massacrano la popolazione civile e le città. Paradossalmente quelli stanchi sono quelli che vedono la guerra in tv e la subiscono nelle loro bollette".
"Al di là degli annunci come quello inglese, anche i flussi di armi sono inferiori e in ritardo rispetto alle richieste ucraine. C'è poi il problema dell'addestramento dei militari ucraini che sembra sempre un passo indietro".