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Oriana Fallaci, "nessuna via intitolata a lei": se la sinistra la oltraggia, spauracchio pure da morta

Hoara Borselli
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Il mio incontro letterario con Oriana Fallaci è avvenuto circa cinque anni fa e non nego una certa vergogna nel pensare di aver fatto passare ben otto lustri della mia vita privandomi di tanta grandezza. Sconcertante è poi constatare che l'immensità di questa donna e giornalista venga considerato patrimonio di molti, ma non di tutti. Possibile che la sinistra non riesca per una volta ad andare oltre le becere ideologie - così come peraltro faceva la stessa Oriana - e accettare che, se la storia ci regala perle rare, queste vanno riconosciute senza se e senza ma? Ecco, Oriana Fallaci è una perla rara. I suoi scritti, le sue interviste, sono pietre miliari che soltanto persone offuscate da ignoranza ideologica vorrebbero nascondere.

 

 

 

CENSURA IRRAGIONEVOLE

Si è reso protagonista di questa irragionevole censura il sindaco progressista di Livorno Luca Salvetti. Sostiene che Oriana Fallaci non è degna di avere una strada a lei intitolata- la proposta era stata presentata da Fratelli d'Italia - perché non è livornese, è di destra ed in quanto tale è divisiva. Ma a voi pare una cosa ragionevole la giustificazione che ha trovato questo sindaco? A parte la sciocchezza di definire Oriana Fallaci "di destra", ma il sindaco aggiunge che si tratta di un personaggio estraneo a Livorno. E che lui preferisce intitolare un paio di strade a Italo Piccini e a Gino Calderini, che sono più legati alla città. Vero, immagino che Piccini e Calderini (ottime persone, che hanno legato la loro vita uno al porto di Livorno, l'altro allo sport di Livorno) siano certo più livornesi di Oriana Fallaci, che sicuramente è fiorentina. Cioè di una città che si trova a un centinaio di chilometri da Livorno. Ma che ragionamento è? Fallaci è o no, senza ombra di dubbio, la più grande, conosciuta e prestigiosa giornalista italiana del dopoguerra? Il fatto che sia conosciuta in tutto il mondo deve dunque diventare un titolo di demerito? L'idea del sindaco, a quanto pare, è che sarebbe bene che la toponomastica livornese sia realizzata tutta con nomi di livornesi. È una nuova forma, evidentemente, di sovranismo estremo. Eppure mi pare di ricordare, per una volta che ci sono stata, di aver parcheggiato la macchina a via Pirandello. Ma Pirandello non è siciliano? Non solo non mi risulta che fosse livornese, ma neppure toscano, e addirittura pare che fosse meridionale, di Agrigento! Ma a chi è venuta questa idea folle di intitolare ad un letterato agrigentino una strada di Livorno? Vi immaginate se in tutte le città italiane la toponomastica fosse costruita con i criteri del villaggio? A Roma via Trilussa 1, via Trilussa 2, via Trilussa 3, qualche via Belli, via Sordi e via Andreotti. A Milano, direi, quasi tutte vie Manzoni e piazze Beccarìa. A Fucecchio larghi e vie Montanelli come se piovesse, anche in periferia.

 

 

 

STORIA DA CONOSCERE

Diciamola verità: una stupidaggine più grossa il sindaco non poteva dirla. Del resto, dopo aver inventato questa pallida scusa della livornesità, il buon Salvetti ha spiegato meglio, e più onestamente, come stanno le cose. Ci ha detto che la Fallaci è in effetti un'icona della destra e che la stessa destra vuole usarla per dividere, per creare odio e per colpire la sinistra. Ora, la domanda che dobbiamo porci è questa: ma è più stupida la motivazione della livornesità o la motivazione della destrosità? Difficile stabilirlo. Tra l'altro, quella volta che andai a Livorno, prima di parcheggiare in via Pirandello, passai per via Gramsci. Ma Gramsci (sardo) non era il segretario del partito comunista? Un pochino, magari, è divisivo anche lui... La domanda diventa obbligata: ma Salvetti la conosce la storia di Oriana Fallaci? Lo sa delle sue battaglie e dei suoi scoop giornalistici in Vietnam, in Messico, in Grecia, dove ebbe anche una relazione d'amore con Alexis Panagulis, mito degli antifascisti, torturato in prigione dai colonnelli dell'estrema destra? Come si fa a liquidare la Fallaci come personaggio "della destra"? A non ricordare gli articoli sul Corriere della Sera nel 2001 contro il terrorismo arabo? Perché non è consentito a una giornalista del suo livello di esporre le sue idee, anche con sdegno, addirittura con ira, e però sempre con quella scrittura divina? 

 

 

 

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