Generale Bertolini, "Zelensky non vuole". Ucraina, negoziato impossibile: come finirà
La tattica militare russa in tre mesi di guerra in Ucraina "non è cambiata. Già all'inizio dell'operazione quando c'erano delle unità russe che praticamente avevano quasi circondato da nord Kiev, in realtà lo sforzo principale veniva esercitato dalla Crimea verso Mariupol e dal Donbass verso Mariupol. Quindi sostanzialmente lo sforzo principale dei russi è sempre stato nel Donbass".
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E' quanto ha spiegato all'agenzia Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, a margine del convegno 'Fermare la guerra. L'Italia protagonista per la pace in Europa' organizzato a Palazzo Wedekind (piazza Colonna, Roma) dal Centro Studi Eurasia Mediterraneo (Cesem) e dall'Associazione 'Identità europea', in collaborazione con Partitalia. "Successivamente - ha proseguito il generale Bertolini - i russi si sono ritirati da Kiev e hanno concentrato le forze sul Donbass. Quindi, sostanzialmente, non c'è un cambio di tattica: le operazioni sul campo vanno come erano state pianificate all'inizio. Sicuramente, i russi non hanno ottenuto a Kiev quello che speravano attraverso la pressione militare che, secondo loro, avrebbe convinto gli ucraini a sedersi al tavolo del negoziato. Ma ciò non è accaduto, perché la grande solidarietà che è stata data dalla Nato e conseguentemente dall'Unione europea li ha illusi, secondo me, della possibilità di vincere". "Continua dunque questo sforzo principale nel Donbass da parte della Russia, e fino a quando questa operazione non sarà conclusa credo che non si potrà parlare di negoziato definitivo", ha concluso.
"Non credo - conclude il generale - che vi sia la possibilità di una intesa a breve termine fino a quando almeno la situazione sul campo sarà così fluida. Attualmente i russi stanno conseguendo gli obiettivi tattici che avevano dichiarato dall'inizio della 'operazione speciale', così definita da Putin, ovvero il controllo del Donbass, la sovranità sulla Crimea alla quale si è aggiunto questo collegamento territoriale dalla Crimea al Donbass attraverso la città di Mariupol, caduta dopo combattimenti molto forti". "Però - aggiunge il generale - il Donbass ancora non è completamente conquistato, è in atto l'offensiva russa per chiudere le unità ucraine che da 8 anni fronteggiano quelle delle due repubbliche del Donbass. Credo che fino a quando non sarà conclusa questa fase tattica, la Russia non avrà in mano un risultato così importante da portare Mosca a sedersi al tavolo del negoziato". "Da parte Ucraina, invece, c'è la mancata volontà - almeno per quanto viene affermato da Zelensky - di negoziare se non riconoscendo il fatto che sia il Donbass che la Crimea dovrebbero rientrare nella piena sovranità ucraina. Due posizioni ancora completamente distinte, quindi è difficile che ora come ora si possa arrivare a un negoziato".