Lucio Caracciolo, "raccomandato e pagato da Mosca": confessioni clamorose
"Raccomandato": Lucio Caracciolo usa questa parola per descrivere il suo ruolo all'interno de La Repubblica al momento della fondazione. "Sono amico di Enrica, la figlia di Eugenio Scalfari, che mi segnalò a suo padre", ha confessato a Luca Telese in un'intervista per Tpi. Parlando, poi, del momento in cui è diventato giornalista a tutti gli effetti, il direttore di Limes ha spiegato: "Ho iniziato nella Fgci di Renzo Imbeni, che mi distaccò a Nuova Generazione, il nostro settimanale, con regolare stipendio". A proposito del guadagno, invece, ha rivelato: "Non prendevo poco: 300mila lire, più l’indimenticabile buono alimentare natalizio da spendere alla cooperativa La Proletaria. E' tecnicamente giusto dire di me: 'pagato da Mosca'".
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Parlando della storia dell'Italia, invece, Caracciolo ha detto: "Fino all’entrata in guerra del 1940, era una potenza. Poi, da sconfitti, siamo diventati uno Stato a sovranità limitata. E questo spiega anche l’Italia delle stragi". Immancabile accenno, poi, anche al conflitto in Ucraina: "Ho solo una certezza: di questa guerra, oggi, sappiamo ancora troppo poco. Putin ha fatto degli errori madornali: non ha compreso i rapporti di forza in campo: il che, per un’ex spia, è un errore gravissimo".
Dal punto di vista della Nato, comunque, questa guerra potrà finire solo con la sconfitta di Putin. "Ma c'è un rischio enorme - ha aggiunto il direttore di Limes -.In Russia, quando un regime crolla, crolla anche lo Stato". Caracciolo, però, ha delle critiche anche per il presidente Usa Joe Biden: "Servirebbe un leader con un respiro più grande del voto di mid-term". Infine sulla sua rivista: "Non credo che sia una rivista di sinistra. Io sono “di sinistra”, personalmente, ma il nostro giornale non ha un punto di vista politico. La geopolitica non è politica, e non deve mai diventarlo. Devi capire le ragioni e le motivazioni di tutti i contendenti".
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