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Papa Francesco, la bomba del teologo: "Cosa ha concesso agli Ortodossi russi", caos in Vaticano

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Papa Francesco accusato di ambiguità. Le critiche al Pontefice arrivano direttamente da alcuni teologi, che non hanno apprezzato diverse frasi sulla guerra in Ucraina. Tra i firmatari ci sono lo storico Massimo Faggioli, i tedeschi Thomas Bremer e Regina Elsner e l'austriaca Kristina Stoeckl. Nella missiva i teologi accusano il Vaticano di aver concesso alla Chiesa ortodossa russa di utilizzare l'equivocità come un'arma a favore dell'invasione russa. Insomma, per gli studiosi la posizione del capo della Santa Sede è "abbastanza morbida rispetto ai discorsi antirussi di molti politici europei".

 

 

Bergoglio aveva infatti accusato l'Occidente, arrivando a dire: "Forse l'abbaiare della Nato alla porta della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un'ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì". Da qui la rivolta dei teologi sulle colonne del Foglio: "L'unico modo per porre fine alla manipolazione della posizione del Vaticano da parte dei media statali ed ecclesiastici russi, dicono i professori, è "smettere di produrre azioni e dichiarazioni che possono essere interpretate per alimentare la propaganda russa e fare dichiarazioni molto chiare e inequivocabili: Francesco deve chiarire dove si trova la Chiesa cattolica sull'Ucraina".

 

 

Un atteggiamento, quello di Papa Francesco, che stride con quanto fatto nell'ormai lontano 2014. Quell'anno, per esempio, durante la campagna di violenza dell'Isis in Iraq arrivò a dire che promuovere una sorta di pacifismo laissez-faire avrebbe significato essere silenziosi e indifferenti di fronte alle vittime. Ed è in questo scenario che Bergoglio si dice pronto a incontrare Vladimir Putin a Mosca: "Ho chiesto al cardinale Parolin di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca". L'obiettivo, ancora una volta, è di far sedere Russia e Ucraina al tavolo del negoziato, ma forse ai teologi non basta.

 

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