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"Solo Silvio Berlusconi ci è riuscito". Schiaffo alla Nato dall'ex generale: quello che pochi ammettono su Putin

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L'insuccesso sul campo di Vladimir Putin è sotto gli occhi di tutti, anche quelli di Umberto Rossi. L'ex generale dell’aeronautica, nonché rappresentante italiano alla Nato, si lascia andare a un plauso a Silvio Berlusconi. Il motivo? La sua capacità nel trattare con la Russia. "Nel 2001 l’allora Premier italiano Berlusconi fu l’ispiratore di un tavolo negoziale tra la Nato e la Russia, che poi sfociò nel famoso accordo di Pratica di Mare e la creazione del Consiglio Nato-Russia". Per Rossi, che contribuì all'evento, quanto accaduto "segnò un momento di importante distensione fra i due blocchi opposti durante la Guerra Fredda".

 

 

Da una parte infatti c'era un giovanissimo Putin, dall'altra un politico in grado di sfruttare le sue relazioni personali. Poi però qualcosa si è incrinato. L'ex generale sembra fare un mea culpa e ammettere alle colonne di Affaritaliani che "la Nato negli anni successivi si è allargata ad altri Paesi e che questo ha creato problemi al Cremlino". Ciò comunque non deve in alcun modo giustificare l’attacco all’Ucraina. Proprio a riguardo c'è un evento che Rossi definisce "significativo".

 

 

Il fatto risale al lontano 2004, anno in cui i Paesi baltici entrarono ufficialmente a far parte dell'Alleanza atlantica. Quel giorno - come racconta - "io mi trovavo a San Pietroburgo con una delegazione di ufficiali italiani e stranieri. Eravamo ospiti del comandante del distretto militare, per discutere in particolare della formazione dei quadri dirigenti. Il meeting venne prolungatamente ritardato, senza nessuna spiegazione". Questa arrivò dopo più di due ore, quando "il comandante russo esordì dicendo che quello era il giorno in cui le relazioni fra la Nato e il suo Paese avevano toccato il punto più basso". Un'uscita che dimostra per l'ex generale l'ostilità dei russi nei confronti della Nato e come solo Berlusconi, "grazie alla sua amicizia personale con Putin, riuscì a creare rapporti positivi con la Federazione russa". Una lezione del Cav ai suoi successori?

 

 

 

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