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Battaglione Azov, l'eroe segreto: Chi è Cyborg, mano di titanio e occhio di vetro

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L'evacuazione dell'acciaieria Azovstal prosegue, ma non per tutti. All'interno infatti ci sono ancora gli "irriducibili", i leader del battaglione Azov che di arrendersi ai russi non ne vogliono sapere. Tra questi il capo dell'intelligence Ilya Samoilenko, detto Cyborg per via del braccio in titanio e l'occhio di vetro, ma anche il maggiore-padre di famiglia Serhiy Volyna, la faccia dell'esercito tradizionale finito a Mariupol. Sono loro, tra i tanti, a far parte di quel battaglione simbolo del nazionalismo ucraino. Un gruppo di combattenti nato nel 2014 per fronteggiare i separatisti filorussi del Donbass. 

 

 

Ma chi sono davvero questi uomini? Samoilenko ha iniziato a combattere per il suo Paese nel 2015, a soli 21 anni. Cyborg ha perso parti del suo corpo a causa di un missile lanciato dai russi: "Avevo in mano delle munizioni - aveva raccontato - quando il missile è caduto vicino a me. Le munizioni sono esplose per l'onda d'urto. La mia mano era maciullata, una scheggia si è bloccata vicino alla carotide. Mi hanno salvato i miei compagni fasciandomi stretto". Questo però non lo ha fermato dal combattere e appena guarito è tornato sul campo, più critico che mai nei confronti di diplomatici e politici aperti alla pace: "Noi militari abbiamo combattuto qui, abbiamo versato sangue, siamo morti. E loro sono così: bene, ragazzi, basta così. È molto sbagliato spendere le risorse di persone motivate. Ed è spaventoso che tutti questi anni di guerra siano vani". 

 

 

E sempre i combattenti del Reggimento sono da giorni al centro di un giallo. Con la resa di oltre 1.700 (è il numero fornito da Mosca), è un mistero la sorte di quei volti parte del battaglione che il Cremlino definisce "nazista". Il timore di Kiev è che possano ben presto diventare prigionieri di guerra. A rassicurare, per quanto si possa, ci ha pensato il numero due dei combattenti. Dopo un lungo silenzio Sviatoslav Palamar ha smentito le terrificanti voci che circolavano su di lui: "Oggi è l'85esimo giorno di guerra - ha fatto sapere in un videomessaggio -, il comando è ancora dentro il territorio dell'Azovstal, c'è una operazione continua, ci sono dettagli che non posso rivelare. Ci vediamo presto". La situazione è però delicatissima, la resistenza deve fare i conti con la carenza di alimenti e acqua. Così come testimoniato dallo stesso Sviatoslav in un messaggio alla madre: "Siamo pelle e ossa, ma resistiamo, lottiamo, non ci arrendiamo. Abbiamo solo fucili mitragliatori e risparmiamo ogni cartuccia. Il cibo lo teniamo per i bambini".

 

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