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Sergej Shoigu, la telefonata col Pentagono? "Rischio conseguenze drammatiche", cosa sa il generale Camporini

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Il contatto tra Pentagono e Mosca potrebbe cambiare il destino della guerra in Ucraina. Ospite di Francesco Magnani all'edizione speciale del sabato di  L'aria che tira, su La7, il generale italiano Vincenzo Camporini non nasconde il proprio sollievo per le notizie arrivate nelle ultime ore sul confronto telefonico tra i vertici militari di Stati Uniti e Russia, da mesi lontani come forse non accadeva nemmeno ai tempi della Guerra Fredda. La telefonata tra il generale americano Austin e il generale russo Sergej Shoigu, ministro della Difesa di Putin, ha per questo un peso specifico clamoroso.

 

 

 

 

Per quarant'anni, infatti, America e Unione Sovietica, pur da nemici giurati, continuavano a parlarsi, a dialogarsi, a confrontarsi a debita distanza. Un rapporto che ha però consentito di evitare l'esplosione di un attrito militare diretto e potenzialmente devastante. Oggi invece lo scontro totale va avanti da mesi ed è esploso alla luce del sole il 24 febbraio scorso, con l'invasione russa dell'Ucraina. Le parole di Joe Biden su Putin, una escalation di aggressività senza precedenti (che ha condotto alla fin qui impensabile ipotesi di processare il presidente russo per crimini di guerra), hanno sprofondato il mondo nell'incubo dell'Apocalisse nucleare



Il generale Camporini e il contatto Pentagono-Mosca: guarda il video di L'aria che tira

 

 

 

 

 

Ora, la notizia del dialogo tra militari. "Il contatto ai massimi livelli della difesa è un contatto fondamentale - sottolinea Camporini -, che non dovrebbe mai essere interrotto neanche durante i periodi più caldi dei conflitti perché consente di evitare che l'incidente non voluto possa degenerare. Bisogna mantenerlo sempre e anche ai livelli più bassi. Credo sia necessario che ci siano dei canali estremamente riservati, ovviamente, in modo tale che i comandanti si possano parlare per evitare malintesi con conseguenze drammatiche". Questo contatto, conclude il generale italiano, "era preparato da tempo. Ci si stava lavorando con grande attenzione e credo sia una bella smentita a coloro che insistono in una visione catastrofica delle intenzioni occidentali".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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