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Elisabetta Franchi condannata, "cosa ha imposto a chi scioperava": rovinosa mazzata in tribunale

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Brutta tegola in Tribunale per Elisabetta Franchi. La stilista, finita nella bufera per le sue frasi sulle "over anta" e il monto del lavoro, è stata giudicata colpevole di comportamento antisindacale in relazione alla sua azienda Betty Blue Spa. A promuovere la vertenza era stata la Filcams Cgil di Bologna. 

 

 



"Le donne le ho messe, ma sono anta. Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24, questo è importante", aveva ammesso qualche giorno fa la Franchi a proposito delle sue dipendenti. Ne è nato un dibattito furioso, con critiche pesantissime. Ora si apre il capitolo della policy sugli straordinari vigente alla Betty Blue. Sotto accusa la "indisponibilità dell'impresa, più volte formalmente sollecitata in tal senso, ad aprire un tavolo di confronto sugli straordinari e per le contestazioni disciplinari inviate alle lavoratrici e ai lavoratori che avevano aderito al blocco dello straordinario attraverso l'esercizio dello sciopero". Per il giudice non si possono irrogare sanzioni disciplinari a chi sciopera contro il regime degli straordinari: è comportamento antisindacale. Ma al sindacato, e ai lavoratori si dà ragione solo a metà, perché l'azienda non avrebbe l'obbligo di confrontarsi preventivamente con chicchessia sugli straordinari. Come spiega in una nota Lorenza Giuriolo (Filcams Cgil Bologna): "Da un lato viene respinta l'obbligatorietà del confronto preventivo sul tema straordinari, in virtù di una rigida interpretazione delle norme del Contratto collettivo nazionale di lavoro su cui ci riserviamo di valutare una futura opposizione, dall'altro lato si esplicita inequivocabilmente che non può essere messa in atto alcuna azione contro le lavoratrici e i lavoratori in sciopero".

 

 

 



Da ora in poi l'azienda della stilista romagnola non potrà andare avanti come un treno con la politica degli straordinari: "Pur accogliendo solo in parte le istanze da noi promosse, la sentenza di oggi costringe di fatto l'impresa ad attivare quel confronto sugli straordinari così insistentemente richiesto", sottolinea la sindacalista, aggiungendo: "Auspichiamo pertanto che ora possa avere termine la conflittualità che ha caratterizzato questa fase, avviando nuove relazioni sindacali strutturate sul confronto fra le parti e non sugli ordini di servizio imposti dall'impresa". 

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