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La censura di Zelensky: "Ci sentiamo liberi, ma...". Cos'è vietato dire in Ucraina: la confessione di Tomilenko

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In tempi di guerra la propaganda è scontata. Sia da parte russa che ucraina. Ad aggiungere dettagli sulla situazione è il blog di Nicola Porro. Nella Zuppa di Porro si premette comunque che questa "sarà 'buona', sarà 'giustificata', sarà 'in buona fede' Ma pur sempre di propaganda si tratta". Il riferimento è ad alcune immagini e notizie circolate, ma risultate poi false. L'esempio? "I 'martiri' dell’isola dei Serpenti, celebrati da tutti, in realtà non sono mai morti". E per fortuna verrebbe da dire.

 

 

Il problema però sarebbe un altro: "Da mesi non facciamo altro che parlare del ruolo dei giornalisti russi, del loro essere fonte di disinformazione, di essere piegati e controllati dal Cremlino, senza sapere che – come normale che sia – la 'censura' preventiva esiste pure in Ucraina". Lo rivelerebbe in un'intervista all'Adnkronos, Serhii Tomilenko. Il presidente dell’Associazione Nazionale Giornalisti ucraini ha puntato il dito contro il leader ucraino: "Ovviamente è vero che le istituzioni governative, il presidente Zelensky e l’ufficio del presidente a noi danno una serie di regole che in un certo senso limitano l’attività giornalistica – ammette –. Ma argomentano queste scelte con la sicurezza del Paese".

 

 

D'altronde l'Ucraina è stata invasa dalla Russia e non può fare altro che difendersi e difendere i propri cittadini, anche denunciando orrori che avvengono sul campo. Non solo, sul blog di Porro vengono citate alcune tv filorusse che sarebbero state chiuse nei mesi scorsi. "Noi, in ogni caso, ci sentiamo liberi – conclude poi Tomilenko – perché le limitazioni che impone il governo legate alla situazione bellica le vediamo giustificate. Sono legate al non rivelare al nemico informazioni e dettagli importanti che danneggerebbero l’Ucraina". 

 

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