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Joe Biden, un "topo nella trappola" di Vladimir Putin? Domenico Quirico: come si è fatto fregare

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"La guerra resta un gioco di azzardo con una posta molto, molto alta". L'esito di quella in Ucraina è però chiaro: secondo Domenico Quirico, "la guerra si è prolungata ed è diventata sempre più complicata, costringendoli a ritornare dopo aver patito gravi insuccessi alla callida ferocia della loro tecnica tradizionale: e con questa da consumati e secolari ingegneri di forche vinceranno schiacciando l'Ucraina". Questo a patto che gli Stati Uniti non scendano direttamente in campo.

 

 

Sulle colonne de La Stampa il reporter spiega che, superata la sorpresa iniziale, entrambe le parti alzano la posta in gioco. E non è un bene, né per Kiev né per Mosca. Ma Quirico ne ha anche per l'Europa, "perenne prigionieria dell'età della coscienza infelice, e dispostissimi se la Storia lo concedesse loro, di ripetere in eterno il gesto di Pilato". Da qui quelle che sono le uniche due possibilità per Volodymyr Zelensky quando si parla di vittoria: "La disintegrazione della Russia o la rimozione di Putin con una sopravvivenza relativa della Russia. Qualsiasi finale con risultati inferiori sarebbe peggio che un secondo Afghanistan: perché Putin è una pedina che vale molto di più del mullah Baradar".

 

 

In sostanza Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, si è infilato in quella che il giornalista definisce "una trappola". Gli americani non devono più puntare alla vittoria dell'Ucraina, ma alla sconfitta dell'intera Russia. Diverse invece le condizioni della vittoria degli europei. Queste, conclude Quirico, "sono state forse giudiziosamente fissate molto più in basso: la scomparsa di Putin era auspicata ma sempre molto sottovoce, le sanzioni economiche possono sparire rapidamente nel caso di tregua o di un accordo anche al ribasso tra Ucraina e Russia. Il problema è convincere Kiev, e gli americani, ad accettare la sconfitta". 

 

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