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Aldo Cazzullo, "perché Carlo Rossella è stato il peggiore". Parole di fuoco

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Aldo Cazzullo ha rilasciato una “perfida intervista” a Francesco Melchionda, in cui si è messo più a nudo del solito, rispondendo anche a qualche domanda che si può definire scomoda. Come quella sul peggior direttore avuto finora: Cazzullo non si è tirato indietro, facendo il nome di Carlo Rossella. “Devo ammetterlo, non c’è stata molta affinità - ha dichiarato - era un personaggio simpatico, anche affascinante, ma poco serio”.

 

 

C’è un episodio particolare che Cazzullo si è legato al dito: “Io avevo il sogno di andare a fare il corrispondente a Parigi, città cui sono legato in modo particolare. Ogni anno, in sostituzione del corrispondente che andava in vacanza, seguivo per un mese le vicende francesi. Sembrava sempre che non succedesse nulla, poi all’improvviso mi trovavo sempre a dover raccontare vicende intense, drammatiche: penso alla morte di Lady Diana, le bombe algerine, o il referendum per il trattato di Maastricht. Insomma, quando Rossella mi incrociava nei corridoi della redazione, mi prometteva sempre una sede estera, di solito Parigi”.

 

 

“Ma il culmine - ha proseguito Cazzullo - fu quando si liberò la sede di Bruxelles: propose, l’uno all’insaputa dell’altro, a me, Zatterin e Manacorda, di tenersi pronti. Poi mi disse: Aldo, dovresti imparare un po’ di tedesco, preparati per Bonn. Poi, quando portarono la capitale a Berlino, Berlino. Insomma, tante chiacchiere… Osservandolo da vicino, ho capito che per Rossella dirigere un giornale significava gestire equilibri, favori… Un’idea di giornalismo - ha chiosato - lontanissima dalla mia”.

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