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Battaglione Azov, chi ha portato le moglie dei "nazisti ucraini" in Italia. "E' la prova della propaganda"

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Kateryna Prokopenko, 27 anni, illustratrice e moglie di Denis Prokopenko, l'uomo che guida la resistenza di Mariupol, il comandante del reggimento Azov, e Yulya Fedosiuk (nella foto), 29 anni, ex assistente di un parlamentare del partito di Zelensky, che non vede il suo Arseniy da "due lunghissimi mesi" sono arrivate in Italia per "raccontare la verità su Mariupol. I nostri mariti non sono dei neonazisti", raccontano al Corriere della Sera, "stanno resistendo nell'acciaieria ma il tempo stringe". 

 

 

I loro mariti sono i "neonazisti" dai quali secondo Vladimir Putin l'Ucraina deve essere "liberata". "Sono orgogliosa di mio marito, per districarsi dalla propaganda occorre guardare ai fatti: lui e i suoi uomini stanno difendendo tutti noi", dice Kateryna. "So che potrei non rivederlo mai più, se succederà non sarà per niente, si saranno sacrificati per il loro Paese. Questa sarà l'unica consolazione".

 

 

Le mogli dei combattenti dell'Azov sono state accompagnate a Roma da Pyotr Verzilov, fondatore delle Pussy Riot ed editore di Mediazone , "l'unico sito di notizie in Russia assieme a Meduza a raccontare la guerra in Ucraina. È stato bloccato, ma i nostri lettori sono aumentati", annuncia il dissidente diventato famoso nel 2018 quando, per protestare contro le persecuzioni politiche, osò interrompere la finale dei Mondiali di calcio sotto gli occhi esterrefatti di Putin.Pyotr fu avvelenato poche settimane dopo, ma fu curato e si riprese nello stesso ospedale di Berlino dove è stato poi curato Navalny. Ma sui social si scatenano: "È la prova della propaganda ucraina in Occidente". 

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