Andrea Margelletti, Mariupol in mano ai russi? "Cosa succede se riescono a prenderla"
Andrea Margelletti ha fatto il punto della situazione sulla guerra in Ucraina, per quanto riguarda la parte strategica. Il presidente del Centro Studi Internazionali di Roma si è soffermato sulla cosiddetta “fase 2” dell’invasione russa, incentrata soprattutto sulla conquista della regione orientale del Donbass. “Qui - scrive Margelletti su La Stampa - continuano ad avere luogo molteplici scontri tra le truppe russe e quelle ucraine. In particolare, intensi combattimenti sono in corso nei distretti di Sievierodonetsk, Popasna e Marinka, negli Oblast di Lugansk e Donetsk”.
Margelletti ha poi parlato della resistenza di Mariupol, dove le forze ucraine rimaste a difesa della città sono rimaste confinate nei pressi dell’acciaieria Azovstal. “Le truppe russe continuano a bombardare intensamente la zona - scrive Margelletti - ricorrendo sembrerebbe anche a munizionamento del tipo ‘bunker buster’, cioè ordigni in grado di penetrare fortificazioni ben protette, al fine di colpire i combattenti ucraini nascosti nelle zone sotterranee delle acciaierie”. Secondo Margelletti la presa di Mariupol da parte dei russi avrebbe una doppia valenza.
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La prima è simbolico-strategica: “Permetterebbe di conquistare definitivamente la città portuale e completare la creazione di un corridoio terrestre per collegare la Crimea al Donbass e dunque al territorio della Federazione Russa”. La seconda è operativa: “Permetterebbe ai russi di spostare le truppe ivi impiegate verso Nord, per compiere una manovra a tenaglia insieme alle forze russe che, da Izium, provano a scendere verso Sud, al fine di chiudere in una sacca le truppe ucraine che combattono all’estremo fronte orientale, isolandole completamente e impedendo loro l’arrivo di rifornimenti e munizioni dalle altre regioni dell’Ucraina, inclusi gli armamenti forniti dall’Occidente”.