Federico Rampini, "auto-flagellazione": perché l'Occidente pensa che Putin abbia ragione
Sicuramente l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è stata in qualche modo agevolata dall'idea di una debolezza "decadente" dell'Occidente. Vladimir Putin si è spinto fino a questo punto per l'incapacità di agire "del nemico". Ne è convinto Federico Rampini che su 7, il magazine del Corriere della Sera, spiega che "Il primo sintomo di decadenza è in questo paradosso: consideriamo l’Occidente come il centro del mondo mentre non lo è più; al tempo stesso gli attribuiamo tutte le sofferenze dell’umanità, riconduciamo ogni male alla nostra responsabilità".
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Rampini parla di una sorta di "auto-demolizione dei nostri valori. Nell’ignoranza profonda della storia globale, molti di noi credono che l’imperialismo, le pulsioni di conquista, i comportamenti predatori siano una colpa della razza bianca. Abbiamo gli occhi chiusi sugli imperialismi altrui: russo, cinese, turco-ottomano, persiano". E l'invasione in Ucraina ne è la dimostrazione.
È come se l'Occidente in qualche modo ritenesse che in fondo il presidente russo avesse ragione nel sentirsi "accerchiato". Un senso di colpa dove la colpa è sempre dell’America bianca che deve emendare: "Anche dopo l’aggressione all’Ucraina è scattata l’auto-flagellazione", sottolinea Rampini, "chi è prigioniero del complesso di colpa di fronte al crimine dell’aggressore deve sempre chiedersi dove abbiamo sbagliato noi. Poi entra in azione un ventaglio di tradizioni anti-americane, per cui il vero aggressore criminale può essere sempre e soltanto l’America".
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Ora però, a disastro compiuto, l'Europa e l'Occidente in generale sembrano più compatti nella condanna di Putin anche se Rampini ci va con i piedi di piombo: "Aspetterei a giudicare. La compattezza la vedremo negli anni. Dal 2007 Putin ci dice in modo esplicito la sua volontà di riconquista imperiale. Per 15 anni abbiamo brillato per inconsistenza e debolezza". Vedremo cosa accadrà ora.